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Sea riduce investimenti 2020 del 45%. A Malpensa a pieno regime solo il ‘cargo’
notizia pubblicata 23 Marzo 2020 alle ore 11:45 nella categoria Aeroporti

Sea, in seguito alle conseguenze dell’emergenza Coronaviurs, ha rivisto il piano investimenti del 2020. La società, come hanno spiegato i manager presenti alla commissione consiliare del Comune di Milano, avrebbe dovuto spendere 176 milioni di euro ma la cifra è stata ridotta del 45%. “Siccome però vogliamo comunque guardare al futuro, abbiamo voluto dar corso e continuare tutti gli investimenti per noi strategici che erano in corso, in particolare il restyling di Linate di 25 milioni di euro – ha spiegato Alessandro Fidato, Chief operating office di Sea – che non abbiamo fermato. Non ci sono stati fermi dei cantieri, abbiamo solo avuto qualche ritardo da forniture che venivano dalla Cina”.

La presidente di Sea, Michaela Castelli, ha poi precisato che “non avendo un’idea chiara di quanto durerà questa crisi, dobbiamo lavorare a vista. Ci riserviamo di fare una valutazione più compiuta sul piano industriale in un lasso di tempo che auspichiamo possa essere di qualche settimana”.

Intanto continuano a calare i passeggeri in transito all’aeroporto di Malpensa, l’unico aperto a Milano. Questa settimana a Malpensa sono in programma 8/10 voli al giorno. Il Terminal 1 dell’aeroporto è stato chiuso e il traffico passeggeri di Linate e Malpensa è stato concentrato al Terminal 2, il cargo invece è pienamente operativo anche perché strategico per la gestione dell’emergenza sanitaria. Sul fronte lavorativo per turnisti e amministrativi è scattata la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, come conseguenza di un evento improvviso ed imprevisto esterno alla gestione aziendale. Da lunedì scorso “abbiamo un livello medio di cassa tra Linate e Malpensa al 50%. Quindi il 50% delle nostre persone la sta facendo e il 10% di persone utilizzano ferie – ha spiegato Massimiliano Crespi, direttore delle Risorse umane di Sea – Il Fondo del trasporto aereo e Inps permettono una integrazione della retribuzione per cui si potrà arrivare all’80% della retribuzione persa”.