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Sicurezza, qualità, privacy, igiene e libertà: parole d’ordine del turista cinese post coronavirus
notizia pubblicata 04 Maggio 2020 alle ore 11:30 nella categoria Esteri

(di Giancarlo Dall’Ara) Cina. In questi giorni 80 milioni di cinesi sono in viaggio per le feste dell’1 maggio. Dopo le feste di Qingming (4-6 aprile), che hanno visto un primo tentativo di ripresa del turismo interno, con circa 43 milioni di cinesi in vacanza, diverse destinazioni si sono attrezzate per ospitare i nuovi pionieri del turismo cinese. E’ il caso di Hangzhou, Suzhou e poi Sanya nell’isola di Hainan. E assieme a loro Shanghai, Nanchino, e Lijiang, città dei ponti nella provincia dello Yunnan, e Moganshan, località immersa nel verde a 200 km da Shanghai.

L’OTA Lvmama segnala che sono molto popolari anche le richieste per le destinazioni “natura” e i parchi, e che gli alloggi preferiti dai suoi utenti sono alberghi piccoli e resort con poche camere. Gli ingressi delle principali attrazioni cinesi avvengono solo su prenotazione e non superano il 30% della capacità ordinaria. Tra le eccezioni la Città Proibita di Pechino che limita a 5mila i visitatori quotidiani, rispetto agli 80 mila abituali.

Analizzando le prenotazioni effettuate e le prime stime, emerge qualche dato interessante sul turismo di questa nuova fase: i gruppi saranno più piccoli, i viaggi più brevi, e comunque all’interno della provincia, e sono registrati in forte crescita i viaggi dei giovani e dei giovanissimi. E l’auto si conferma come il mezzo più utilizzato.

Per descrivere le aspettative della domanda cinese le parole chiave sono: sicurezza, qualità, privacy, igiene e libertà.

Alcune compagnie aeree hanno cercato di recuperare clienti, e per alcune rotte, China Southern Airlines offre tariffe che vanno dal 10 al 20% del prezzo ordinario. China Express invece ha delle offerte speciali per prenotazioni che garantiscono una buona distanza dagli altri passeggeri: “6 posti vuoti al costo di uno”.

Anche se un confronto con i 195 miioni di cinesi in viaggio lo scorso anno non è proponibile – l’industria del turismo cinese, che secondo i dati ufficiali genera, assieme all’indotto, 100 milioni di posti di lavoro – non intende perdere questa occasione in vista delle vacanze estive.