edizione Sicilia
Federalberghi Extra Palermo: non possiamo parlare di riaperture, serve tutela
notizia pubblicata 05 Maggio 2020 alle ore 11:01 nella categoria Associazioni

 

Previsioni buie nel post-coronavirus per l’extralberghiero, comparto che negli ultimi anni in Sicilia ha registrato un aumento di strutture di circa il 40%, con oltre 6 mila strutture ufficiali registrate nell’Isola.
Gli scenari che si configurano per i prossimi anni fanno realisticamente sostenere che il tempo del segmento extra alberghiero sia ormai solo un ricordo del passato. Il settore conoscerà una regressione naturale per la mancanza di flussi turistici consistenti a garantire, per i numeri di oggi,
un’ occupazione sufficientemente produttiva.

“A seguito del DPCM del 22 marzo 2020, tutte le attività ricettive extralberghiere sono state poste, ex lege, tra quelle obbligate alla chiusura – ricorda Francesco Ponte, coordinatore della sezione provinciale di Federalberghi Extra Palermo – ed anche per noi, tutti i costi fissi non si sono fermati senza ormai alcuna liquidità per affrontare queste spese. Centinaia di famiglie che in questo settore avevano riposto fiducia – continua Ponte – sono ormai a rischio sopravvivenza e la naturale, lenta ed incerta, ripresa del turismo diventa un fatto devastante che deve far riflettere bene per il futuro del settore”.

 

“Oggi non possiamo parlare di riaperture, non ci sono le condizioni considerando criticità e  possibili flussi – afferma Danilo Alongi delegato per i rapporti con il nazionale – occorre tutelare un settore da troppo tempo lasciato crescere in modo spontaneo ed oggi con il tema della sicurezza sanitaria, questo diventa un obbligo di legge per tutti. A livello regionale, abbiamo chiesto l’adozione immediata del CIR (Codice Identificativo Regionale) per le strutture extra come strumento per combattere l’abusivismo diffuso, che anche oggi si esprime non rispettando il decreto di chiusura e che diventa ostacolo per la ripartenza futura. All’amministrazione comunale – continua Alongi – chiediamo invece di supportare il nostro settore, rimodulando gli accordi con Airbnb che non ha vergogna ad evadere le tasse in Italia e che versa forfettariamente al Comune la tassa di soggiorno incassata anche da soggetti non identificati, oggi fatto pericolosissimo anche per la sicurezza sanitaria del territorio. I nuovi trend – conclude Alongi – portano a riconvertire gli immobili sulle vecchie locazioni lungo termine, pertanto anche un’importante azione di lotta all’abusivismo tutelerebbe quanti, continuando a lavorare in regola, saranno costretti a pagare doppiamente il costo di questa crisi senza precedenti”.