“Ha ragione Zaia, la vicenda delle frontiere si sta facendo stucchevole”. Così il presidente di Federalberghi Veneto Marco Michielli interviene sulla questione che, tra ipotesi di corridoi e annunci contradditori, è al centro del dibattito da quasi due settimane.
“Gli albergatori fremono per riaprire, ma ogni mattina leggono tutto e il contrario di tutto: alle dichiarazioni dei Paesi stranieri di un sostanziale boicottaggio dell’Italia fanno da contraltare gli annunci di alcuni esponenti del nostro Governo che tendono a rassicurare, ma senza dare certezze – afferma Michielli – Non abbiamo alba di quando la situazione si sbloccherà, ma voglio ricordare che in Veneto il 60% della clientela è straniera, e che quindi abbiamo un’urgente necessità di conoscere, e subito, i tempi e le modalità di riapertura – incalza il presidente di Federalberghi Veneto – Faccio presente che per aprire un hotel non basta alzare la serranda, ma ci vogliono tre, quattro settimane di preparativi. È inaccettabile l’ipotesi di privilegiare alcuni Paesi rispetto ad altri nell’area Shengen: ricordo che l’Italia è tra gli Stati fondatori d’Europa, e voce in capitolo ne dovrebbe avere. Già partiamo penalizzati perché le strutture che riapriranno dovranno ricevere gli ospiti con la mascherina mentre i Paesi nostri diretti competitor non hanno annunciato misure simili … ora ci si mette anche la questione delle frontiere. Penso che se gli altri Stati dovessero riaprire i confini a metà giugno sarebbe troppo tardi”.