Si è svolta la 4^ edizione del ciclo di webinar ‘Turismo – viaggio tra gli operatori del settore per capirne il cambiamento in atto’ organizzato da Global Blue, leader del settore del tax free shopping, e dedicato – grazie alla partecipazione di Massimo Roscioli, presidente di Federalberghi Roma; Luca Finardi, Area Vice President-Operations General Manager del Mandarin Oriental di Milano; Antonio Ducceschi, General Manager–Cluster Collezione di Starhotels; Mauro Di Maio, presidente di Le Chiavi d’Oro FAIPA – a come il settore alberghiero stia affrontando l’attuale situazione e come si stia preparando all’imminente stagione estiva.
“La perdita secca che abbiamo avuto non sarà recuperabile» ha detto con chiarezza Massimo Roscioli, presidente di Federalberghi Roma – Per ritornare, parlando di fatturato, a livelli dello scorso anno, dovremo attendere almeno fino al 2023: per quest’anno, le stime parlando di cali tra il 70 e il 74% rispetto al 2019, nel 2021 dovremmo rimanere ancora intorno a -40% rispetto sempre allo scorso anno. Nel 2022 il settore dovrebbe risalire, arrivando intorno all’80% del fatturato del 2019 per poi tornare, nell’anno successivo, ai livelli pre-Covid. Con questa consapevolezza, dovremmo impegnarci tutti a lavorare come sistema-Paese sulla promozione all’estero, dando messaggi unitari a differenza di come siamo stati abituati a vedere negli anni, date le divisioni e le competenze regionali nel settore. L’Italia sta dimostrando di essere uno dei primi Paesi a uscire dalla fase emergenziale in sicurezza: sfruttiamo questo dato reale”.
“Dobbiamo fare sistema, metterci insieme e dare chiari messaggi all’estero di quello che, effettivamente, stiamo facendo in Italia per garantire soggiorni in totale sicurezza – ha precisato Luca Finardi, Area Vice President-Operations General Manager del Mandarin Oriental di Milano – Capisco che, per il Governo, non sia semplice fare delle scelte, anche perché le disponibilità economiche sono limitate, ma servono investimenti specifici per il turismo, per l’intero settore che è una catena: comprende le compagnie aeree e gli aeroporti, passa dagli alberghi e dai ristoranti per arrivare ai negozi. D’altra parte, però, se il Governo dovesse continuare a concentrare gli sforzi su limitati settori, a pensare solo, per esempio, ai musei, non possiamo restare fermi, dobbiamo impegnarci a comunicare meglio di come finora fatto, dobbiamo saper dire soprattutto all’estero che il settore è pronto con standard di sicurezza e di qualità davvero elevati, consapevoli che probabilmente la promozione leisure potrebbe essere il perno della ripresa”.
“Di sicuro questa situazione ha messo ancora più in risalto l’anomalia di essere il Paese del turismo senza avere un ministro dedicato- ha sottolineato Antonio Ducceschi, General Manager–Cluster Collezione di Starhotels – In questo momento, invece, servirebbe un forte messaggio di sistema-Paese. Dobbiamo promuovere la qualità del turismo in Italia, lo dobbiamo fare come territorio e non come singoli prodotti, con messaggi univoci senza divisioni, che dimostrino che qui stiamo facendo le cose per bene, con protocolli dettagliati. Dobbiamo impostare una comunicazione di sistema che risponda alla prima domanda che oggi fanno i viaggiatori, italiani e stranieri indifferentemente: “quali misure avete preso per garantire che il mio sia un soggiorno in totale sicurezza?”. Dato che le risposte le abbiamo tutte, e forse meglio di altri Paesi, non possiamo rimanere indietro”.
“Sì, dobbiamo lavorare come sistema, anche se non sono troppo ottimista perché, nei fatti, il Governo ha dimostrato di aver deciso di lasciare in sospeso, di non affrontare le problematiche di un settore, quello del turismo, che vale almeno il 13% del Pil, il 20% se consideriamo anche l’indotto – ha ammesso Mauro Di Maio, Presidente di Le Chiavi d’Oro FAIPA – Manca una strategia turistica per il Paese nel momento in cui, al contrario, si dovrebbero mettere nelle migliori condizioni le imprese di tornare ad assumere personale per ripartire con convinzione. Dovrebbe essere il momento, per tutti, di mettersi insieme e fare sistema, non di avere venti diversi protocolli regionali e sfruttare il momento per far passare l’Italia da meta da visitare una volta nella vita a una destinazione da sogno che può essere esplorata con più viaggi, fidelizzando i turisti, come sono stati in grado di fare i nostri diretti competitor”.