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In Sardegna il turismo cala ma meno del previsto: soffrono aeroporti
notizia pubblicata 10 Settembre 2020 alle ore 10:30 nella categoria Turismo

Il turismo sardo cede circa il 20% nei porti con una flessione ancora più accentuata negli aeroporti che risentono della diminuzione degli arrivi e delle presenze, “ma in modo meno drammatico rispetto alle previsioni”. E il quadro che emerge dai dati della Regione sulle presenze turistiche aggiornati ad agosto, e suscettibili di ulteriori miglioramenti a settembre, calcolati sugli arrivi negli scali sardi. Nei mesi di giugno, luglio e agosto, nei porti sardi sono sbarcati 1.061.165 passeggeri, con una perdita del 20% rispetto all’anno precedente. Il dato complessivo è di 848.932 arrivi, escludendo i non turisti. Negli aeroporti gli arrivi sono stati 925.403 che con la scrematura dei passeggeri non turisti, risultano essere 786.592. Complessivamente gli arrivi turistici certificati sono stati 1.634.568. Le presenze turistiche, nel periodo preso in considerazione, in base ad una permanenza media calcolata in 7 giorni, raggiunge quota 9.875.486, escludendo i dati sulla nautica da diporto. I numeri sono stati illustrati nel corso di un incontro tra la Giunta regionale e gli operatori del settore, che si è svolto all’aeroporto di Cagliari, organizzato dall’assessore del Turismo, Gianni Chessa. Erano presenti anche l’assessore dei Trasporti, Giorgio Todde, del Bilancio, Giuseppe Fasolino, e del Lavoro, Alessandra Zedda.
“Numeri che confermano quanto anticipavo all’inizio della stagione, tra l’incredulità di alcuni – dice Christian Solinas, presidente della Regione – Sono dati che risentono pesantemente della crisi determinata dalla pandemia, ma che attestano, in modo indiscutibile, che il sistema turistico sardo ha saputo affrontare nel migliore dei modi, pur tra enormi sacrifici, la situazione di difficoltà. Il tracollo del comparto turistico non c’è stato – prosegue il presidente Solinas – nonostante un attacco mediatico senza precedenti che la Sardegna ha dovuto subire, patendo gli effetti di una campagna studiata a tavolino e finalizzata a indicare la nostra isola, priva di focolai autoctoni e con un indice di contagio vicino allo zero, come una terra infetta e pericolosa”.