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Tamponi rapidi in aeroporto, ma l’assembramento è assicurato
notizia pubblicata 01 Ottobre 2020 alle ore 11:27 nella categoria Cronaca

L’ordinanza è in vigore e i tamponi rapidi all’aeroporto di Palermo sono disponibili per tutti i passeggeri provenienti dall’estero, così come impone l’ultimo provvedimento del presidente della Reione Siciliana Nello Musumeci che resterà in vigore fino al 30 ottobre.

Ma… c’è un ma. Le lunghe file con il conseguente pericolo di assembramento che si creano per fare il tampone non fanno stare tranquilli turisti e operatori turistici. Una testimonianza in merito arriva da Dario Ferrante, tour operator palermitano che in un lungo post su Facebook racconta la sua esperienza.

Atterrato alle 20.15 da Wroklav, Polonia. Proprio il giorno in cui è scattata la nuova ordinanza del governatore Musumeci che impone il tampone obbligatorio a chiunque arrivi dall’estero. I passeggeri vengono depositati nella vecchia aerostazione. Una fila lunghissima e lentissima, che cresce all’arrivo del volo successivo. Tutti sono preoccupati, perché non a conoscenza di quello che avrebbero trovato al loro arrivo. Tanta tensione. Da considerare che ne in Polonia ne in altri paesi, esistono obblighi in tal senso. E che si tratta di gente arrivata per godersi una vacanza, non alla ricerca di asilo politico. Si entra (dopo una lunga attesa) in una prima sala… che si ricongiunge ad un’altra in cui si attende per effettuare il test. Alla fine del test, si aspetta l’esito. Parliamo di centinaia di persone, a distanza di pochi centimetri. Alla faccia del distanziamento e del divieto di assembramento. Semmai ci fosse un positivo tra la folla, il contagio sarebbe assicurato. I pochissimi operatori e le forze dell’ordine cercano di tenere a bada la situazione. Che é assurda e paradossale. Anche chi aveva fatto il test prima di partire, viene temporaneamente trattenuto.

Massima attenzione, su questo siamo tutti d’accordo. Ma se questa è l’organizzazione, siamo veramente a mare. Uno splendido biglietti da visita. Come sempre accade in Sicilia, prima vengono lanciati i proclami, poi vengono attuati e solo alla fine ci si occupa dell’organizzazione.

L’ennesima vergogna della gestione dilettantistica dell’emergenza sanitaria in Sicilia!“.