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Sea, Brunini: servono risorse statali per gli aeroporti
notizia pubblicata 12 Ottobre 2020 alle ore 11:45 nella categoria Aeroporti

“Gli aeroporti italiani hanno bisogno di un aiuto dal governo per accompagnare l’inevitabile ristrutturazione del settore, far decollare i test rapidi per i viaggiatori e sostenere gli investimenti”. Ad affermarlo Armando Brunini, ad di Sea, in un’intervista a La Repubblica – Dobbiamo guardare in faccia la realtà, il nostro mondo cambierà strutturalmente e non sarà un processo semplice. Oggi servono interventi rapidi per evitare il peggio – dice Brunini – come eliminare le quarantene e le barriere tra Stati e lanciare i test in aeroporto o appena prima della partenza”.
Brunini sottolinea che le autorità di settore stanno provando a trovare un’intesa su protocolli e procedure a livello mondiale: “L’Easa presenterà una proposta. Ma bisognerà trovare un’intesa su quali test fare, dove farli e da quando considerarli validi per volare. Ho scritto a ministri di Esteri, Sanità e Trasporti chiedendo di avviare negoziati bilaterali con i mercati più importanti – Usa, Paesi del Golfo, Russia, Turchia e Cina – per attivare prima possibile accordi di questo genere. Le previsioni dicono che si tornerà al traffico pre-Covid nel 2024, che per il nostro mondo è un’era geologica – aggiunge – L’Italia oggi è isolata dal mondo ed è un problema per il nostro export. Malpensa aveva lo scorso anno 42 voli alla settimana per New York pieni al 75-80%. Ora sono tre con solo il 15% dei sedili occupati. Il numero dei dipendenti odierni nelle strutture aeroportuali è impensabile in futuro. Noi avremo senso di responsabilità. Ma per evitare impatti pesanti vanno previsti progetti accompagnamento al settore – commenta – In fondo gli aeroporti hanno avuto molti meno aiuti delle compagnie aeree. Ci saranno molti meno viaggiatori d’affari e più turisti. Meno collegamenti intercontinentali e più tratte a breve raggio. Ci saranno da introdurre più controlli sanitari e ridisegnare gli spazi commerciali. Servono investimenti per la trasformazione verde e digitale e una parte potrebbe arrivare dal Recovery Fund”.