Dopo due anni si chiude l’inchiesta sulla tragedia dell’Atr 72 della Tuninter diretto da Bari a Djerba, ammarato a largo di Palermo il 6 agosto 2005 in cui morirono 16 persone delle 39 a bordo e in cui rimasero ferite le restanti 23. Per la Tunisia, però, l’inchiesta è nulla: alla relazione finale, infatti è allegata una nota del ministero dei Trasporti tunisino, dove si spiega che le indagini non dovevano essere condotte dall’Italia in quanto l’aereo si trovava in acque internazionali, ovvero oltre le 13 miglia dalla costa.
Le cause della sciagura vanno ricercate in una serie di errori attivi e latenti: tra i primi, la sostituzione dell’indicatore di quantità del carburante (Fqi) da parte del personale manutentivo della compagnia aerea, che ha installato su un Atr 72 l’indicatore di un Atr 42. Secondo i risultati delle indagini dell’Ansv, l’incidente in questione è stato determinato da una serie di eventi tra loro concatenati, che hanno portato all’atto definitivo dell’ammaraggio. Quest’ultimo è stato determinato dallo spegnimento di entrambi i motori a causa della mancanza di carburante. Dall’analisi degli sbagli riconducibili ai diversi soggetti a vario titolo coinvolti nell’evento è emerso chiaramente, secondo le indagini della Ansv, che gli stessi si sono trovati ad operare in un sistema organizzativo della compagnia Tuninter non in grado di fornire un aiuto efficace per evitare l’accadimento di errori. Questo costituisce il principale errore latente che, insieme al primo, ha determinato l’incidente. In particolare riguardo alla causa dell’errore umano questa è dovuta ad una digitazione sbagliata del tecnico della Tuninter sul computer il cui programma informatico della compagnia aerea non era accurato (in merito ai dati inseriti nel sistema).