Il Covid-19 rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato che nelle ultime stagioni era arrivato a superare i 10 miliardi di euro. E’ quanto emerge da una ricerca di Jfc, che ogni anno pubblica l’Osservatorio Skipass Panorama Turismo. Le stime aggiornate a fine novembre segnano dati in assoluto campo negativo con un bilancio previsionale di fine stagione stimato in soli 3 miliardi 100 milioni rispetto ai 10 miliardi 409 milioni di fatturato complessivo della stagione invernale 2018/2019 (ultima non investita dalla pandemia) e ai 10 miliardi 922 milioni del 2017/2018. Pesante anche il confronto con la passata stagione, che pure a causa del lockdown ha subito il “blocco” il 10 di marzo, raggiungendo comunque un fatturato di 8 miliardi 712 milioni di euro.
“E’ inutile negare – spiega il responsabile di Jfc Massimo Feruzzi – che la situazione che il comparto della Montagna Bianca Italiana si trova ad affrontare potrebbe davvero portare all’annullamento di un’economia di cui molti non hanno piena conoscenza, in quanto rimangono “distanti” da questo settore e non sono in grado di leggerne i valori. Basti pensare che incide per una quota di circa l’11% sul totale del pil turistico nazionale, rappresentando quindi una cifra di poco superiore all’1% del complessivo pil italiano”.
Le stime aggiornate a fine novembre della stagione in corso, considerando le limitazioni di cui giornalmente si parla facendo riferimento alla pratica dello sci, segnano un fatturato di 1 miliardo 549 milioni per il sistema ospitale (strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere tra alberghi, villaggi, bed and breakfast, residence, baite, agriturismi, case vacanza, alloggi in affitto, etc.), 1 miliardo 136 milioni per i servizi dedicati allo sci (noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass e impianti di risalita vari, etc.) e 414 milioni per gli altri servizi (ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento, etc.) per un totale come già detto di poco più di 3 miliardi.