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Mothia, Nigro: ritrovamento volto dea Astarte ci ha mozzato il fiato
notizia pubblicata 08 Ottobre 2021 alle ore 12:20 nella categoria Senza categoria

“Il ritrovamento ci ha mozzato il fiato”. Lo ha detto il prof. Lorenzo Nigro, docente di Archeologia e Storia dell’arte del vicino Oriente antico all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, che dal 2002 coordina le campagne di scavi di una missione dell’Ateneo a Mothia, parlando della recente scoperta del volto in terracotta della dea Astarte/Afrodite. “Dopo tanti anni di scavo – spiega Nigro – la continuità della ricerca archeologica ha portato il suo frutto. La dea ci si è mostrata così, in tutto il suo splendore, dieci anni dopo che era stato scavato il suo tempio e che si era capito, prima dai ritrovamenti, poi da due iscrizioni, che era dedicato proprio ad Astarte/Afrodite.
Il volto di Astarte scoperto a Mothia è una terracotta greca, probabilmente, prodotta in Sicilia a Selinunte o a Gela. I Fenici di Mothia erano avvezzi, infatti, a servirsi dell’arte ellenica per rappresentare i propri dèi ed eroi (si pensi alla statua dell’Auriga) e questa terracotta si può datare tra 520 e 480 a.C., almeno un secolo prima di quando, nell’imminenza dell’attacco di Dionigi di Siracusa che distrusse Mozia nel 397/6 a.C., essa fu ritualmente nascosta poco fuori del recinto sacro, in un punto facilmente individuabile.
“La dea è fenicia – spiega il professor Nigro – lo rivela il disco con la rosetta, uno dei simboli più diffusi e popolari di Astarte, attestato in tutto il Vicino Oriente e nel Mediterraneo fino agli esemplari d’oro del Tesoro del Carambolo in Andalusia. L’area era dedicata al dio Baal, la principale divinità dei Fenici, signore delle acque marine e sotterranee, dio della tempesta e della fecondità e alla sua compagna, la dea Astarte, cui era dedicato un piccolo, ma antichissimo tempio, costruito nel settore più settentrionale del recinto sacro, in direzione di Erice, dove sorgeva il grande santuario della stessa dea Astarte/Afrodite/Venere. E’ da lì che è ricominciata la ricerca di Astarte di Mozia, la grande dea fenicia che, giunta in Sicilia con i Fenici, si era fusa con le dee dei popoli che già abitavano questa terra”.