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Garavaglia accoglie i vertici del turismo organizzato: richieste sacrosante
notizia pubblicata 10 Dicembre 2021 alle ore 11:01 nella categoria Cronaca

Un effetto immediato la conferenza stampa dall’eloquente titolo “Non c’è più tempo” un primo risultato lo ha portato. Il ministro del turismo Massimo Garavaglia ha subito convocato i presidenti Pier Ezhaya (Astoi Confindustria Viaggi), Franco Gattinoni (Fto Confcommercio), Ivana Jelinic (Fiavet Confcommercio), Enrica Montanucci (Maavi Conflavoro Pmi), Domenico Pellegrino (Aidit Federturismo Confindustria) e Gianni Rebecchi (Assoviaggi Confesercenti) e ha promesso il massimo impegno del Governo: “Il loro è stato un settore fortemente penalizzato dagli effetti economici della pandemia – dice il ministro – e le loro richieste sono sacrosante”.

Durante l’incontro  il ministro ha assicurato massimo impegno del governo per accogliere determinate istanze della categoria, a partire dalla proroga della cig. “Allo studio – aggiunge – anche l’applicazione al turismo organizzato di alcuni interventi previsti nel Pnnr Turismo. Per venire incontro alle loro richieste è necessario, direi indispensabile, lasciare al turismo la quota di risorse destinate al bonus vacanze e non spese”.

Un settore, quello organizzato, che fatturava 13,3 miliardi nel 2019, che ha visto un crollo a 3 miliardi nel 2020 e chiuderà il 2021 in una situazione ancora peggiore, sui 2,5 miliardi di ricavi, con una riduzione superiore all’80%.

Pier Ezhaya, presidente Astoi Confindustria Viaggi, avverte: “Nessuno in Italia ha coscienza della gravità della crisi in cui versano tour operator ed agenzie di viaggio. Da febbraio 2020 a dicembre 2021 abbiamo perso 21 miliardi di fatturato su 26. Siamo al collasso, con urgenza servono ristori coerenti alle perdite e azioni concrete. Il Governo si deve assumere la responsabilità di mettere in sicurezza il turismo organizzato o di lasciarlo morire”.
Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, non usa mezze parole: “Abbiamo ascoltato dal premier Draghi la promessa che le aziende bloccate per decreto sarebbero state rimborsate subito. Non è stato così: in un anno di perdite superiori al 2020 a causa delle restrizioni ai viaggi internazionali, ad oggi abbiamo avuto zero aiuti. Il Turismo Organizzato è un settore destinato al collasso se non si interviene urgentemente”.
Secondo Ivana Jelinic, presidente Fiavet Confcommercio, “le agenzie di viaggi rappresentano un valore per l’intera filiera del turismo e se in un momento di incertezza come questo non si comprende questo valore, si offre ai nostri competitor internazionali un’opportunità per soppiantare un pezzo importante del nostro tessuto produttivo, divorando la nostra offerta. Se lo Stato ignora questa urgenza, si rischia di svendere l’industria più bella che abbiamo a chi potrà permetterselo”.
Per Enrica Montanucci, presidente nazionale Maavi Conflavoro Pmi, “spesso si considera il turismo come un settore che si occupa di un’attività non essenziale, ma si dimentica con facilità che, invece, per 86mila persone si tratta di pane quotidiano, di vita, di famiglie da mantenere, di impegni da onorare. Noi viviamo di quello che il governo considera come un settore non prioritario, come unica fonte di sostentamento”.
Domenico Pellegrino, presidente Aidit Federturismo di Confindustria, calcola: “La scarsissima mobilità internazionale costa all’Italia nel 2020 circa 100 miliardi di euro, per due terzi dati dalla minor spesa turistica in Italia e un terzo per il minor valore turistico aggiunto. Le chiusure del 2021 si prevedono anche peggiori. La pandemia ha portato indietro di oltre 10 anni un settore che è stato integralmente sacrificato sull’altare della salute pubblica ma il cui costo si vuole far assorbire unicamente alle imprese coinvolte, portandole letteralmente sul lastrico”.
Il presidente di Assoviaggi, Gianni Rebecchi, sottolinea invece: “Senza un immediato intervento del governo, si chiude la storia di un intero settore che negli ultimi 50 anni ha sempre contribuito all’economia del nostro Paese senza mai chiedere nulla allo Stato, garantendo posti di lavoro soprattutto a giovani e donne. Ora, dopo quasi due anni di lockdown di fatto, serve urgentemente un sostegno alle imprese e una proroga delle tutele per i lavoratori, o il collasso del comparto sarà inevitabile”.