Precipita la spesa per la cultura in Toscana. Tanto, troppo, con dati che sfondano il 75% in alcune voci. È quanto è emerso dal convegno ‘Impresa cultura, Progettare e ripartire’, organizzato alla Camera di commercio da Federculture e Confservizi Cispel Toscana.
La regione a forte vocazione culturale ha pagato uno scotto più alto di altre, con il meno 32% di contrazione della spesa sul 2019, ma con una spesa media per famiglia rimasta, come prima della pandemia, superiore in termini assoluti a quella italiana con 106 euro contro i 93 della media nazionale. Appare drammatico il calo di concerti e teatri con il meno 23%, e dei musei al meno 14%. Evidenti, invece le ricadute del crollo delle presenze di stranieri, per esempio sui musei statali, arrivati in Italia a -75,6% e -75,2% in Toscana.
“Il rilancio della cultura si basa sul potenziamento della spesa pubblica a ogni livello, sul Recovery Fund, sui fondi strutturali 2021 -27, sul coinvolgimento delle imprese private, e su nuove forme di mecenatismo e partnership – ha detto il presidente di Cispel Nicola Perini – con le risorse e il know how che ha, la Toscana può tirare la volata alle altre regioni verso la ripresa”.
Si è detto convinto il direttore di Federculture Umberto Croppi, chiedendo, in generale, “detrazione fiscale delle spese culturali, Iva al 4% sulle transazioni del settore, Art Bonus anche per i beni pubblici”.