In un mondo in cui i viaggiatori sono bombardati da messaggi e comunicazioni di ogni tipo, non è facile per una piccola destinazione farsi notare. Eppure, l’ultima opera di Maurizio Testa, professionista di destination management e albergatore, ci racconta come, grazie al lavoro di squadra e al coinvolgimento delle giuste professionalità, anche un piccolo consorzio possa agire con il metodo (e i risultati) di una grande DMO, diventando un esempio moderno e attuale per la valorizzazione di una destinazione.
‘Strategie di Destination Marketing per le piccole destinazioni turistiche’ – disponibile sia in versione e-book che cartacea su Amazon – è il racconto del caso del Consorzio Capo Sant’Andrea, nella punta Nord-Ovest dell’isola dell’Elba, virtuoso esempio di un gruppo di operatori elbani che hanno saputo unire le forze e creare una DMO di successo e hanno contribuito a cambiare il posizionamento di Capo Sant’Andrea da località meramente balneare ad una destinazione di viaggio adatto a diverse nicchie di mercato.
Un case study ben specifico che fornisce spunti e suggerimenti su come impostare e gestire un’efficace strategia di comunicazione, a cominciare dalla definizione degli obiettivi, dall’individuazione dei target e dalla mappatura del prodotto, fino al posizionamento, al destination branding e alla scelta dei canali.
Nei 17 capitoli, Testa guida sapientemente il lettore tra marketing essenziale e marketing secondario, nella scelta degli strumenti di comunicazione e nella loro integrazione alla ricerca del giusto equilibrio che costituisca la formula vincente per una destinazione, anche in un’ottica di razionalizzazione del budget e investimento delle proprie risorse.
Quello che ci insegna l’esperienza del Consorzio Capo Sant’Andrea è che la condivisione di obiettivi e una visione d’insieme del prodotto turistico, inteso come somma di risorse e servizi per creare un vero e proprio sistema integrato di offerta dell’esperienza turistica territoriale, costituiscano gli ingredienti vincenti non solo per raggiungere un potenziale viaggiatore, ma anche in un’ottica di governance del territorio condivisa e volta al miglioramento della fruizione turistica del luogo.
Infine, l’amore per il territorio che traspare dalle parole dell’autore, ci conferma nuovamente quanto la passione che lega un gruppo di persone alla propria terra costituisca per una DMO il primo motore e un valore aggiunto estremamente competitivo quando si comunica una destinazione.