La sede Enit di Mosca è ancora aperta. Lo riporta il sito giornalistico tpi.it, secondo cui nel secondo trimestre 2022 risultano varie operazioni economiche, portate ovviamente a termine con la moneta russa. L’Enit, interpellata da TPI, spiega che “nel secondo trimestre non sono stati effettuati pagamenti dall’Italia in Russia” in quanto “la sede ha funzionato con i residui dall’inizio dell’anno”. E sulla decisione di non chiudere la struttura a Mosca, l’agenzia ribadisce che “l’area di competenza di Enit Mosca comprende 15 Paesi dell’area post-sovietica tra cui l’Azerbaijan, l’Armenia, la Georgia, l’Uzbekistan, il Kazakistan e Paesi Baltici”.
Ma i Radicali italiani non ci stanno e sollevano la polemica: “mentre nel resto d’Europa si applicava e si applica un rigoroso blocco dei pagamenti ai russi, l’Italia continua tranquillamente a foraggiare l’economia russa. Ora il ministro Garavaglia dimostri coerenza e faccia chiudere la sede di Mosca di Enit, trasferendola in uno Stato non sottoposto come la Russia a pesanti sanzioni; magari in una delle Repubbliche baltiche, in prima fila sia nel sostegno all’Ucraina sia nel richiedere all’Unione Europea e a tutti gli Stati membri di tenere un comportamento fermo ed univoco nei confronti delle minacce russe”.