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limehome, la rigenerazione urbana può generare ritorni sopra la media
notizia pubblicata 18 Luglio 2024 alle ore 10:54 nella categoria Turismo

Mentre le grandi città dominano le classifiche delle destinazioni di viaggio arrivando ad alimentare fenomeni problematici come quello dell’overtourism, quelle considerate secondarie per i flussi turistici – indicativamente i centri urbani che contano meno di 500.000 abitanti come per esempio Genova o Bari, fino a Catania o Trieste – presentano un potenziale non sfruttato, caratterizzato da un aumento della domanda, una ridotta offerta e da una sempre più ridotta stagionalità.

Secondo una stima di limehome (www.limehome.com/it), operatore leader in Europa nell’offerta di appartamenti e camere di albergo dal design innovativo e gestiti con processi completamente digitalizzati, nelle città secondarie il mercato dei serviced apartment può generare ritorni anche tre volte superiori alla media di mercato considerando tutte le possibili destinazioni d’uso e aumentare lo stock di prodotto residenziale. Proprio per questo, limehome da sempre focalizza il proprio impegno anche verso località cosiddette secondarie, ma che dimostrano un grande potenziale sia in termini di flusso business, sia leisure.

I numeri confermano la bontà di questa scelta strategica per limehome: il 50% del portfolio dell’azienda in Europa è situato in località secondarie e il tasso di crescita medio annuale dei nuovi accordi proprio in queste destinazioni è pari al 45%.Infatti, a seconda della città, dell’immobile e del tipo di domanda, limehome è in grado di adottare il modello di gestione più opportuno, spaziando dai serviced apartment, sino a residenze turistico alberghiere e hotel, ovvero interi edifici dotati di accesso indipendente di diverse dimensioni.

L’obiettivo di limehome è proprio intercettare il ‘nuovo’ flusso di viaggiatori, ma allo stesso tempo riuscire a originarlo studiando in profondità le singole location e i nuovi trend, andando a promuovere aree meno turistiche, creando nuovi itinerari e valorizzando anche i territori circostanti. Esempi su tutti sono quelli di Salerno, Lecce e Verona, dove limehome ha rilevato la mancanza di un prodotto a gestione professionale in grado di soddisfare le esigenze sia del businessman, sia del turista che viaggia con la propria famiglia.

“Crediamo molto nella valorizzazione delle mete secondarie, a poco meno di un anno dal nostro arrivo in Italia siamo vicini alla soglia delle 300 unità contrattualizzate sul territorio e molte di queste si trovano in città ‘meno blasonate’ come Lecce, Salerno e Verona –  ha commentato Alessandro Giuffrè, Country Manager Italia di limehome – limehome è spesso l’unica soluzione in queste città per riportare alla luce un edificio in disuso o abbandonato; questa rigenerazione urbana va a creare di fatto nuova offerta secondo gli standard più alti e recenti in tema di impianti e di efficienza energetica. I nostri appartamenti si definiscono serviced apartment, che gestiamo come hotel di alta fascia, con sistemi di accesso completamente digitali. Il vantaggio – conclude Giuffrè – è che offrono agli ospiti molto più spazio di quello offerto da una camera d’albergo, andando incontro alle esigenze sia delle famiglie che a quelle del bleisure traveller, ma in una fascia di prezzo più accessibile e con un ambiente più accogliente  rispetto all’hotel. Il nostro modello operativo fa ampio uso dell’intelligenza artificiale, dalla determinazione dei prezzi alla relazione con i clienti, e ci permette di offrire più valore a prezzi più competitivi rispetto a una camera d’albergo standard”.

Il mercato dei serviced apartment in Italia si dimostra promettente, lo confermano anche i dati del report “Serviced Apartments an emergent hospitality sector” di Deloitte: nel Belpaese il fatturato annuo dei serviced apartment nel 2023 ha superato i 2,4€ miliardi, posizionandosi al quinto posto in Europa dopo Spagna (7,4 miliardi di fatturato), Francia (4,6 miliardi), Grecia (3,6 miliardi) e Regno Unito (3,5 miliardi). Inoltre, quasi il 70% degli intervistati ritiene che gli investimenti in serviced apartment siano più redditizi rispetto al settore residenziale.