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Aumento tassa soggiorno a Costermano, contrarie e preoccupate le associazioni di categoria
notizia pubblicata 22 Novembre 2024 alle ore 12:30 nella categoria Associazioni

Apprendiamo con stupore e rassegnazione la notizia dell’aumento dell’imposta di soggiorno sul Comune di Costermano. Decisione che non è nata da un confronto preventivo e formale con le categorie, cosa che come Associazione che rappresenta gli albergatori del Garda Veneto ci fa temere un effetto domino anche da parte degli altri Comuni gardesani. Assieme a tutto il sistema Federalberghi, in questi mesi stiamo seguendo con attenzione il dibattito sul tema, ribadendo la necessità di adoperare equilibrio e ragionevolezza, per non gravare sui nostri ospiti e sulla loro capacità di spesa su tutto il territorio. Per questo, la notizia del considerevole e sproporzionato aumento dell’imposta di soggiorno a Costermano sul Garda ci ha immediatamente preoccupato, in quanto «lo consideriamo oltremisura”. È il commento di  Ivan De Beni, presidente di Federalberghi Garda Veneto sull’aumento della tassa di soggiorno a Costermano.

“Basti pensare ad una coppia di adulti in vacanza leisure o qui per lavoro nel periodo invernale, sono 10 euro in meno al giorno che potranno spendere per una cena, per la benzina, per qualche souvenir e regalo. Inoltre, il timore è che quanto raccolto da questa voce di bilancio, venga usato per ‘fare cassa’ e recuperare spese o giustificare iniziative che poi non è detto verranno riversate nel Turismo, cosa che abbiamo visto fare anche nel recente passato”, prosegue De Beni.

“Il 2025 si prospetta già come un anno incerto, a partire dal nodo del cantiere del Ponte Lueg e quindi azioni di questo tipo e misura, poco lungimiranti, sono ad oggi scellerate. Un aumento sproporzionato, quello dell’tassa di soggiorno a Costermano – commentano Paolo Arena e Paolo Artelio, presidenti, rispettivamente di Confcommercio Verona e della sezione turismo di Confcommercio Verona – Ci rendiamo conto che il taglio dei fondi da parte dello Stato peserà sulle casse delle amministrazioni, ma non si può pretendere che le imprese del settore ricettivo, chiamate a continui investimenti, fonte di reddito per migliaia di famiglie, surroghino quello che dovrebbe fare l’ente pubblico. Non è la strategia giusta. Chiediamo, in ogni caso, che quanto incassato con la tassa di soggiorno venga interamente riversato sul settore turistico”.