I dolori mestruali sono un’evenienza molto diffusa tra le donne in età fertile. A dimostrazione di quanto siano diffusi è possibile chiamare in causa la scelta, da parte di molti Paesi, di istituire un congedo mestruale per le lavoratrici.
Il dolore nei giorni del flusso mestruale, clinicamente noto come dismenorrea, a seconda dei livelli di intensità può essere affrontato in diversi modi.
Chi ha a che fare con un dolore di livello blando, quasi sempre trova sollievo grazie a soluzioni come okitask in bustine, medicinale per dolori e infiammazioni, uno dei farmaci da banco più popolari in assoluto in quanto molto versatile (lo si può assumere, per esempio, anche in caso di mal di testa).
Anche se ci si sente dire il contrario in molti casi, quando si ha a che fare con i dolori mestruali è bene essere consapevoli del fatto che non sono normali, pure a livelli blandi.
Chi ne soffre, deve cercare di indagare il prima possibile. Premettendo l’importanza di affidarsi a un professionista qualificato e di fidarsi del suo parere, può essere comunque utile farsi un’idea generale delle possibili cause e fattori di rischio.
Quali sono? Scopriamole nelle prossime righe!
Indagare le cause della dismenorrea vuol dire soffermarsi su una distinzione, ossia quella tra dismenorrea primaria e secondaria. Nel primo frangente, si ha a che fare con dolori mestruali che non risultano associati ad alcuna patologia ginecologica. Quasi sempre, le donne con questa diagnosi hanno iniziato a soffrire di dolori mestruali poco dopo il menarca o nei primi anni dell’adolescenza.
Un quadro spesso riferito riguarda la loro cessazione in concomitanza con il capoparto.
Tra i fattori di rischio che possono portare a soffrire di dismenorrea primaria è possibile citare il menarca precoce, ma anche l’ereditarietà e il vizio del fumo.
Cosa dire, invece, della dismenorrea secondaria? Che insorge, nella maggior parte dei casi, a un’età più avanzata rispetto a quella in cui si palesa la dismenorrea primaria.
A differenza di quando si ha a che fare con la dismenorrea primaria, alla base della sintomatologia dolorosa c’è una situazione patologica a livello uterino o pelvico.
Tra queste evenienze, è possibile chiamare in causa innanzitutto l’endometriosi, ossia la patologia che vede la presenza di porzioni di endometrio, il tessuto che riveste l’interno della cavità uterina, in zone del corpo diverse da quest’ultima.
In casi molto rari, la dismenorrea secondaria è causata da fattori come la conformazione dell’utero e la presenza di tumori.
Nel momento in cui i dolori mestruali non passano con i farmaci da banco – attenzione: la loro assunzione deve essere comunque concordata con il medico anche se si possono acquistare senza ricetta – è bene approfondire.
Il primo passo è la visita ginecologica. Nel corso di questo incontro, lo specialista effettua l’ecografia della cavità uterina, in modo da individuare eventuali formazioni cistiche.
Sempre nel corso della visita, si procede all’esecuzione dell’esame del pavimento pelvico.
Se lo specialista lo ritiene opportuno, viene prescritta anche una biopsia dell’endometrio.
Questo esame, che prevede l’esecuzione di una leggera sedazione, ha lo scopo di diagnosticare evenienze cliniche come l’endometrite, potenzialmente pericolose per la fertilità.
In caso di dolori mestruali, è bene adottare alcuni accorgimenti legati allo stile di vita che permettono di percepire meno la sintomatologia. Essenziale è non esagerare con l’alcol – sconsigliato alle donne con diagnosi certa di endometriosi – perché può esacerbare i sintomi di eventuali infiammazioni.
Molto importante è anche idratarsi adeguatamente e farsi prescrivere da un dietologo – il fai da te è molto pericoloso – un piano alimentare che riduca il livello di infiammazione dell’organismo, risultato che, in generale, è utile al benessere a lungo termine.