Una parola dal forte valore sensoriale, che evoca profumi, colori, sapori. Letteralmente tradotto dal siciliano, il termine “Ciauru” significa “profumo”. Eppure chi conosce anche solo in parte la nostra lingua, sa che attribuire a questo termine un unico significato è riduttivo. “Ciauru” è molto di più. È un’esperienza immersiva in una realtà che può essere floreale o culinaria, che è semplice e sofisticata al tempo stesso, che è in grado di condurti nelle cantine, dove il mosto fermenta per trasformarsi in vino o nei campi aperti, dove pascola il gregge e crescono saporiti i frutti della terra.
Non è un caso, quindi, se a San Filippo del Mela, cittadina di meno di settemila anime della provincia di Messina, il sindaco Gianni Pino e il vice sindaco Valentino Colosi abbiano scelto di attribuire questo nome ad un progetto pensato per riscoprire le origine agricole, le tradizioni e i prodotti eccezionali che il territorio offre. E il territorio in questione non è un luogo qualunque, ma è la valle del Mela, che dalle colline di Santa Lucia del Mela si estende fino a Milazzo, attraversando, per l’appunto, San Filippo del Mela. L’evento principale si è svolto in due giorni, il 15 e il 16 novembre scorsi.
“L’idea innovativa – dice Valentino Colosi, vicesindaco di San Filippo del Mela e ideatore del progetto – consiste nell’invertire la consueta logica degli eventi fieristici. Tantissimi produttori del nostro territorio si mobilitano ogni anno per partecipare alle più importanti fiere internazionali di settore, dove poter incontrare buyer e stakeolder e promuovere la propria azienda. Grazie a Ciauru, nei giorni 15 e 16 novembre abbiamo attuato il percorso inverso, secondo la logica del ‘porte aperte’. È stata, infatti, offerta ai potenziali acquirenti e ai loro rappresentanti diplomatici, la possibilità di visitare le aziende nei luoghi di loro ubicazione, e nel contempo di conoscere meglio il contesto territoriale in cui operano, attraverso escursioni, visite guidate, degustazioni, convegni e spettacoli”.
L’esperienza di “Ciauru”, tuttavia, non si è conclusa il 16 novembre. I prossimi appuntamenti in programma sono: la tosatura delle pecore a primavera, la vendemmia, la raccolta delle olive e un nuovo porte aperte nei vivai del territorio il prossimo autunno. Un modo per ritornare a scandire il passare del tempo con i ritmi della natura e perché no, per fare “turismo” in modo nuovo, facendo tesoro del passato per proiettarsi nel futuro, valorizzando la propria identità territoriale.