edizione Sicilia
La strategia della Fipe Sicilia per uscire dalla crisi
notizia pubblicata 24 Aprile 2009 alle ore 12:10 nella categoria Associazioni
“Modelli e relazioni per uscire più forti dalla crisi” è stato il tema della riunione tra gli stati maggiori di Fipe Sicilia a cui hanno partecipato il presidente regionale Dario Pistorio, il vice presidente vicario Gigi Mangia e il vice presidente Rocco Pardo. Per la prima volta dopo molti anni, infatti, nel 2008, si è evidenziato un calo del fatturato e un saldo negativo tra il numero delle nuove imprese e quelle “uscite” dal mercato. Così per affrontare la sfida, il vertice di Fipe Sicilia ha deciso di puntare sulla crescita di un settore migliore e più forte per qualità e servizio. Intanto va cambiata l’offerta concentrandosi sul valore del cibo e sviluppando la cultura dell’essenziale dove la qualità deve restare in ogni caso un punto di riferimento del modello d’offerta. E la Fipe si sta muovendo su questa linea promuovendo marchi collettivi (come il “Ristorante Tipico” o il “Bollino Blu”) o costruendone di nuovi a supporto dello sviluppo del nuovo modello d’offerta. Inoltre c’è un altro grande terreno da esplorare: gli accordi commerciali all’interno della filiera (non i vecchi gruppi di acquisto) solo se rapportati alle politiche del turismo, visto il ruolo centrale che gioca la ristorazione.
Per quel che riguarda l’agriturismo è stata rilevata la necessità di eliminare i vantaggi normativi in quanto soggetti economici che utilizzano strumentalmente la qualifica di agriturismo o circolo per svolgere vera e propria attività economica di somministrazione disorientando ed ingannando il consumatore.
Al governo nazionale e siciliano la Fipe chiede pertanto di sviluppare politiche per incentivare la ripresa dei consumi con particolare riguardo alla detassazione degli stipendi alleggerendo il costo del lavoro delle imprese, intervenendo sul settore bancario perché garantisca, in particolare alle PMI e alle micro imprese, adeguate linee di credito, essenziali per evitarne l’uscita dal mercato. E sul fronte dei costi di sistema, la Federazione chiede che non vengano introdotti aumenti per le imprese, sia sul versante del fisco (anche rivedendo gli studi di settore) che su quello della burocrazia o delle tariffe.