Oggi sarebbe una delle tante stazioni abbandonate che si incontrano girando per la Sicilia. A Villarosa, però, la perseveranza del capostazione ha salvato la stazione che le Fs, ritenendola improduttiva, volevano chiudere. E oggi quella stazione è diventata un museo, visitato da oltre 12mila turisti l’anno, di cui il 30% stranieri, oltre che la fermata di tutti e 24 i treni in transito lungo la linea Catania-Enna-Palermo, l’Intercity per Roma e la mitica Freccia del Sud per Milano.
Su un binario morto dal nome Fichelia, un tempo attraversato da convogli adibiti al trasporto di zolfo, giacevano abbandonati 8 carri merci, di cui 6 del tipo F12 che, durante la seconda guerra mondiale, furono utilizzati per deportare gli ebrei nei campi di sterminio nazisti. Un funzionario delle Ferrovie, Primo David, ironia del destino, nativo di Villarosa, venne inviato lì col compito di fare l’inventario conclusivo e chiudere lo scalo. David, però, pensò di trasformare quel treno merci dismesso e abbandonato sul binario morto in oggetto di attrazione turistica, allestendo all’interno dei vagoni un museo sulla civiltà contadina e un’esposizione sull’arte mineraria. Con la collaborazione dei suoi concittadini, il museo venne presto arricchito di oggetti vari e significativi, donati dalla gente. Un vagone fu adibito a mostra fotografica sulla trazione a vapore in Sicilia e un altro fu dedicato al modellismo ferroviario. Oggi a Villarosa si emettono anche biglietti per l’estero, si prenotano vagoni letto e cuccette.