Sono più di mille gli chef in tutto il mondo che aspirano al marchio ‘Ospitalità Italiana', lanciato lo scorso anno da Unioncamere con la collaborazione di diversi ministeri e delle Camere di commercio italiane all'estero. Ha raggiunto, infatti, quota 1.131, in un solo anno, il numero di ristoranti italiani in 41 paesi esteri che si sono candidati a ricevere il riconoscimento. E, fa sapere l'associazione delle camere di commercio in una nota, "otto di questi campioni del made in Italy a tavola" sono stati premiati a Bruxelles dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e da quello della Camera di Commercio Belgo-italiana, Fabio Morvilli.
"Con questa iniziativa – sottolinea Dardanello – non ci limitiamo a premiare la qualità della ristorazione, ma contribuiamo a tutelare la produzione agro-alimentare italiana. La grande attenzione che il progetto sta suscitando, dopo un solo anno dal suo avvio, ci conforta a proseguire sulla strada tracciata". Tuttavia, da un'indagine Unioncamere e Isnart su oltre 300 operatori della ristorazione italiana con sede all'estero (insigniti del marchio di qualità 'Ospitalità italiana – Ristoranti italiani nel mondò) emerge che, "nonostante i miglioramenti nei trasporti e nelle tecniche di conservazione, alcune materie prime italiane sono ancora difficili da reperire".