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Arenaways verso capolinea ma i treni non si fermano
notizia pubblicata 01 Agosto 2011 alle ore 11:10 nella categoria Trasporti

Si avvia al capolinea l'avventura di Arenaways, la prima compagnia privata italiana che ha tentato di rompere il monopolio di Fs, anche se il suo fondatore e amministratore delegato, Giuseppe Arena, non ha alcuna intenzione di gettare la spugna. Se sarà nominato un curatore fallimentare, come sembra preludere la decisione del cda di giovedì scorso che, a maggioranza, ha deliberato di portare i libri in Tribunale, Arena chiederà la concessione dell'esercizio provvisorio della società.    Per Arena, quella che si è determinata è "una situazione paradossale. Il paradosso – spiega – è nel chiedere il fallimento di una società che ha soldi in cassa, ha sempre pagato tutti gli stipendi ed è titolare di licenze e accordi internazioni per proseguire l'attività. Io – aggiunge Arena – vado avanti sulla strada che abbiamo intrapreso. Ho già raccolto l'interesse di tre imprenditori, a me più vicini di quelli precedenti, disposti a formare una cordata e a sostenermi. Il servizio di Arenaways – sottolinea Arena – comunque non sarà sospeso".
Non circoleranno, però, nel mese di agosto, i treni del collegamento Torino-Milano mentre saranno regolari i servizi della linea estiva che collega Torino con Livorno e le Cinque Terre e i servizi di treno con auto al seguito sulle linee da Germania e Olanda per Alessandria, Livorno e Trieste (e viceversa). La decisione dei soci di maggioranza di Arenaways (Pier Vincenzo Pellegrino, Andrea Francone e Claudio Sguazzini) di portare i libri in Tribunale "è arrivata a sorpresa – sottolinea Arena – perché a giugno era stato deliberato e sottoscritto un aumento di capitale di tre milioni di euro, già in parte anche versato". A spingere verso la fine dell'avventura di Arenaways sono stati i numerosi ostacoli che la società ha incontrato finora nell'avvio del servizio (per esempio, sulla linea Torino-Milano non sono consentite fermate) e quello che lo stesso Arena definisce "il totale disinteresse della politica e delle istituzioni".