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Tunisia: non solo spiagge ma anche cultura e ambiente
notizia pubblicata 02 Gennaio 2012 alle ore 10:45 nella categoria Turismo

Sì ai bikini sulle spiagge e niente veli per le turiste. Gli islamici tunisini di Ennahda, vincitori delle prime elezioni libere dopo la rivoluzione, non hanno alcuna intenzione di strozzare la gallina dalla uova d'oro del turismo con il laccio del puritanesimo salafita. Niente divieti di costumi da bagno, niente veli alle turiste, niente islam dal volto truce che faccia scappare gli stranieri. Semmai, la nuova forza politica vuole ampliare l'offerta turistica. Non più solo spiagge, ma anche cultura e ambiente.  
Rachid Ghannouci, leader di Ennahda, il nuovo uomo forte della Tunisia, racconta le sue idee sul turismo in una intervista al quotidiano panarabo Asharq alawsat, pubblicato a Londra.   
"Il turismo – dice – rappresenta una risorsa essenziale per la nostra economia e la Tunisia è un paese aperto al mondo esterno. L'Islam non è una religione di isolamento, ma di apertura al mondo. Lavoreremo per sviluppare l'industria turistica tunisina e superare la crisi che l'ha colpita, con riferimento alla scarsità di servizi e di scelta. Intendiamo diversificare la nostra industria e diventare una destinazione attrattiva per i turisti dai nostri paesi vicini, come Algeria, Libia e gli stati del Golfo, così come per giapponesi e americani". 
Per Ghannouci, "la Tunisia è stata limitata a destinazione balneare. Ma noi vogliamo diversificare le nostre attrazioni, e fornire altri servizi, perché abbiamo molto da offrire: turismo nel deserto, turismo culturale, educativo, ambientale". Funzionale a questo rilancio è trasmettere un'immagine di un paese aperto e amichevole, dissipare i timori di un nuovo Iran, di un islam politico aggressivo e nemico dell'Occidente. "Non soltanto conserveremo la nostra partnership con l'Unione europea – conclude Ghannouci – ma lavoreremo anche per aumentarla".