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Cappella Sistina a numero chiuso? Paolucci: impensabile
notizia pubblicata 28 Settembre 2012 alle ore 10:43 nella categoria Beni culturali

“È impensabile un numero chiuso per la Sistina”. Ad affermarlo Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, rispondendo all'articolo ‘La Sistina oltraggiata dai turisti: offesi i tesori e la fede’ apparso sul Corriere della Sera. 
"Credo che fra qualche tempo – scrive Paolo Citati, autore del pezzo – bisognerà provvedere a restaurare la Sistina un'altra volta; e così senza fine, via via che il greve respiro umano riempirà il vasto soffitto della Cappella”.
Per Paolucci “quello di cui parla è il problema di tutti i grandi musei che attraggono le masse: le sue parole potrebbero descrivere anche gli Uffizi o il Louvre. Il tempo in cui solo granduchi russi o milord inglesi, o esperti come Bernard Berenson potevano accedere ai grandi capolavori dell'arte è definitivamente tramontato. Adesso siamo nell'epoca del turismo dei grandi numeri, milioni di persone vogliono godere della cultura storica; è un fenomeno di cui siamo perfettamente consapevoli e che deve essere fronteggiato. Abbiamo triplicato il numero dei custodi – continua – e da 2 anni è in corso uno studio per rinnovare il sistema di aerazione e di controllo dell'umidità; è un intervento necessario per garantire la salvaguardia degli affreschi e il benessere dei visitatori. Ma un numero chiuso è impensabile. La Sistina non è solo un luogo artistico – aggiunge – è anche una cappella consacrata, un compendio di teologia e un vero e proprio catechismo messo in figura. Si può mettere un numero chiuso a Lourdes o a San Giovanni Rotondo? Con l'emancipazione dei Paesi emergenti saranno sempre di più le persone che potranno permettersi un viaggio a Roma e accedere a questa bellezza, visitando i due luoghi simbolo della capitale della cristianità, il Colosseo e la Sistina. E alla fine dell'anno – conclude Paolucci – sarà presentato alla stampa il nuovo piano per l'abbattimento degli inquinanti atmosferici. È un progetto molto ambizioso e costoso ma la salvaguardia dell'opera è, ovviamente, il primo dei nostri doveri”.