Dal 26 maggio presso gli scavi di Pompei saranno esposti i calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. L’iniziativa è della Soprintendenza speciale per Pompei, Ercolano e Stabia che, per tutto il periodo della mostra (che chiuderà il 2 novembre) aumenterà di 2 euro il prezzo del biglietto d’ingresso all’area archeologica. Ma l’aumento ha fatto scattare la protesta della quale si è fatto interprete .
“É un vero fulmine a ciel sereno – spiega Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli – che conferma l’evidente improvvisazione e incapacità di programmazione dei responsabili politici e amministrativi che governano il sistema del grande patrimonio dei beni archeologici e culturali. Non è pensabile che a stagione oramai iniziata e a contratti con i TO definiti, si possa improvvisare aumenti di rilevante portata come questi, il cui pagamento saranno sicuramente rifiutati dai TO esteri, che hanno regole molto ferree nei confronti dei consumatori”.
Non tarda la replica di La del Soprintendente Massimo Osanna, che ricorda il “successo della mostra del British Museum”. La mostra sarà contemporanea a quella allestita nel Museo Archeologico di Napoli ‘Pompei e l’Europa’ e presenterà molti calchi finora mai esposti e oggetto di un accurato restauro.
Per la prima volta, inoltre, sarà proposta, all’interno dell’Anfiteatro degli Scavi, una mostra fotografica con immagini d’epoca degli scavi provenienti dall’archivio della Soprintendenza.
Per tutto il periodo delle mostre il biglietto sarà portato da 11 a 13 euro, mentre sarà portato da 8 a 13 euro quello ‘integrato’ al Museo Archeologico.
“I calchi delle vittime – ricorda Osanna – sono in assoluto una delle attrattive più richieste dai visitatori che avranno in questa occasione la possibilità di vederli in un allestimento originale e emozionante, “possibile grazie a un necessario e contenuto aumento del biglietto. Sorprende osservare – conclude – che quando ci si attiva per l’organizzazione di mostre su Pompei, con reperti propri all’interno dell’area archeologica e nel territorio campano, che contribuiscono per di più ad aumentare gli incassi, necessari e a coprire i costi e a investire in restauri, piuttosto che essere sostenuti si è comunque oggetto di polemica”.