Al Museo Archeologico di Napoli riapre la collezione egizia

Sono 1500 i reperti della raccolta egiziana più antica d’Italia, quella del Museo Archeologico Nazionale di Napoli riaperta al pubblico con un nuovo allestimento  in cinque sale che rappresenta un ulteriore forte richiamo per il Museo guidato da un anno da Paolo Giulierini.

In esposizione varie rarità, tra cui la mummia di un coccodrillo, quella di un bambino di epoca tolemaica, una mummia di donna risalente al 300 – 200 a. C. statue come il Naoforo Farnese, corredi funerari e amuleti. Il progetto è stato curato dal Mann, dall’Università “L’Orientale” di Napoli e dal Museo Egizio, con la cura di Valeria Sampaolo. Tra le novità il percorso per bambini, ai quali è dedicato anche un fumetto di Blasco Pisapia.

“L’anima di un museo sono le collezioni che un museo possiede e i visitatori che un museo attrae – ha detto Giulierini – il nostro primo compito è la restituzione pubblica di opere, spesso capolavori, che il pubblico non conosce o non vede da tempo, e dunque l’apertura rinnovata di parti essenziali del percorso espositivo”.

Le statue egizie, nella maggioranza della Collezione Borgia,  raffigurano faraoni, funzionari civili e militari, scribi e sacerdoti. Una sala è dedicata alla tomba e il corredo funerario, collegata alle sale che raccontano i riti della mummificazione e della magia, con mummie e sarcofagi, ma anche amuleti, canopi e cartonnage. I sarcofagi del Mann sono anche testimonianza della storia delle acquisizioni, del trattamento e del restauro dei reperti egizi nell’Ottocento. Un focus particolare è dedicato a una delle false mummie del Museo che, create nel XIX secolo con frammenti umani provenienti da due farmacie napoletane, permette di approfondire l’uso dei corpi antichi nella produzione della polvere di mummia.  

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