Sul lungomare di Castel dell’Ovo a Napoli c’era probabilmente il primo porto greco dell’antica Parthenope. È lo scenario aperto dalle ricerche sottomarine del team guidato da Filippo Avilia, archeologo subacqueo che ha documentato l’esistenza di un insediamento portuale dell’antica colonia greca di Palepoli davanti all’isolotto di Megaride, che all’epoca era una penisola.
Una città sommersa che potrebbe diventare il luogo per un nuovo turismo proprio al centro di Napoli, con immersioni archeologiche, ma anche istallazioni intorno a Castel dell’Ovo per mostrare la città greca com’era attraverso le ricostruzioni tridimensionali.
“La Campania oggi è felix – ha spiegato il soprintendente ai beni archeologici di Napoi Luciano Garella – non solo per la terra feconda ma anche per lo straordinario patrimonio culturale a cui si potrà aggiungere un turismo diverso, subacqueo: le persone che vorranno vedere questo sito dovranno organizzarsi per immergersi. Pensare a un’area marina protetta? A ridosso della città è complesso ma ma non è da escludere, bisogna anche convincere i cittadini. Per ora bisogna andare avati in questa ricerca pionieristica”.