Campania al top tra le regioni più competitive nel settore Turismo

Ha preso il via la 5^ edizione di HospitalitySud, salone dedicato alle forniture, ai servizi e alla formazione per l’hotellerie e l’extralberghiero, in programma fino ad oggi, giovedì 22 febbraio, presso la Stazione Marittima di Napoli.
L’evento, ideato e organizzato dalla Leader srl, è un appuntamento per gli operatori del mondo Ho.Re.Ca., in particolare per titolari, manager, impiegati, consulenti di: Hotel, Resort, Ville, Dimore Storiche, Relais, Country House, Agriturismi, Villaggi, Camping, Glamping, Bed&Breakfast, Affittacamere, Case Vacanza, Ostelli, SPA-Terme.

La conferenza di apertura, è stata moderata da Francesco de Core Direttore de Il Mattino, con gli interventi di Felice Casucci assessore alla Semplificazione Amministrativa e al Turismo Regione Campania, Giancarlo Carriero Delegato al Turismo Confindustria Campania, Costanzo Iaccarino Vice Presidente con delega al Turismo Confcommercio Campania e Presidente Federalberghi Campania, Salvatore Naldi Presidente Federalberghi Napoli, Gianna Mazzarella Presidente Sezione Turismo Unione Industriali Napoli, Lorenzo Coppola Presidente Federalberghi Capri, Roberto Laringe Presidente Federalberghi Campi Flegrei e Lucio D’Orsi Delegato Campania ADA.

In occasione della Conferenza di apertura è stata presentata la ricerca ‘Numeri, impatti e tendenze del turismo in Campania. Il ruolo della città di Napoli’ a cura di SRM Studi e Ricerche per il Mezzogiorno Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo con Massimo Deandreis, DG SRM.

“Con la ricerca vogliamo mettere in evidenza i numeri di un turismo in piena salute – ha affermato Deandreis – Dati che dimostrano come la Campania abbia numeri superiori alla media italiana, con Napoli che traina l’andamento generale. Interessante anche il confronto con le altre regioni europee, dove non vediamo più una Campania nelle parti basse della classifica, ma nelle parti alte, tra le regioni più competitive. L’impatto di PIL generato dai turisti è tra i più alti a livello nazionale. Il 2023 è l’anno in cui si è pressoché raggiunto il 2019. Le aspettative sul 2024, che elaboreremo a giugno, sono ottimistiche, facendo presupporre anche un superamento del periodo pre-covid”.

“Si invocano spesso dati di governance e di lotta al sommerso – ha commentato l’assessore Casucci – dimenticando che la Regione Campania da vari anni fa una lotta spietata al sommerso. È necessario che questi studi tengano conto anche dei meccanismi di leva economica fornita dall’unico soggetto giuridico abilitato, che è la Regione Campania, che si occupa di questo con delibere specifiche su tematiche ben precise come le locazioni brevi, le classificazioni alberghiere sul turismo all’aria aperta e a tutto quello che riguarda gli itinerari”.

Per il 2023 in Italia i primi dati Istat indicano una crescita della domanda che, in termini assoluti, ha portato le presenze a 431 milioni, pari al +4,6% rispetto al 2022 (il 98,7% rispetto al 2019). Va sottolineato, in riferimento alla provenienza, che nel 2023 il peso delle presenze straniere è stato pari al 51,6% e, per la prima volta, anche il peso straniero degli arrivi ha superato il 50% del totale (50,2%). Le prime stime parziali per il Mezzogiorno segnalano una variazione più bassa, di circa 2 punti percentuale in meno rispetto al dato nazionale, a causa di diversi fattori, quali una sofferenza della domanda domestica negli ultimi mesi dell’anno dovuta a una maggiore sensibilità all’aumento dei prezzi, date le caratteristiche della domanda e della tipologia di turismo prevalente nell’area. A ciò si aggiunge un minore rimbalzo della componente internazionale per la maggiore concorrenza del bacino mediterraneo, nonché fenomeni specifici che hanno portato alla chiusura dell’aeroporto di Catania per un periodo di tempo nella stagione estiva. Per il 2024, lo scenario base prevede che venga conservata la situazione attuale sia per l’Italia che per il Mezzogiorno. Anche per la Campania si ipotizza un 2024 positivo, trainato sempre dal turismo internazionale, al netto di eventuali peggioramenti degli scenari geoeconomici e geopolitici internazionali.

L’attrattività della Campania è legata a molteplici e variegati aspetti in grado di coinvolgere più e vari target turistici con diverse motivazioni di viaggio. È, infatti, conosciuta per il suo patrimonio storico/archeologico: ben 6 dei 59 iscritti nella Lista del patrimonio mondiale UNESCO sono ubicati in Campania. A ciò si aggiunge il patrimonio naturale (Capri, Sorrento e la Costiera Amalfitana), la tradizione culinaria (è la regione numero 9 in Italia per prodotti DOP, IGP, STG), nonché la qualità dei mari (si contano ben 19 comuni bandiera blu su 226 presenti in Italia). Dal rapporto Turismo&Territorio di SRM si evince che rispetto all’analisi delle 98 regioni dell’area UE4 (Italia, Spagna, Francia e Germania) per il loro grado di ‘competitività turistica’ (ICTR), la regione presenta un indicatore di 123,7 superiore alla media europea (100,00) e nazionale (122,8), ma inferiore alla media dei Top 30 Paesi (143,5), posizionandosi al 23°posto in graduatoria, tra il Mecklenburg-V. (22°) e la Comunidad de Madrid (24°).

Un contributo importante deriva dal ruolo della città di Napoli. Dal 2014 al 2022, il peso degli arrivi turistici della Città sulla Campania è cresciuto dal 15,5% nel 2014 al 20,8% nel 2022, raggiungendo 1 milione di arrivi e 2,7 milioni di presenze. Nel comune il peso della domanda straniera è del 49,4%.

L’elevata attrattività nazionale e internazionale di Napoli, grazie a un’offerta integrata che valorizza le sinergie tra la componente culturale ed enogastronomica, rappresenta un fattore di spinta quantitativa e qualitativa alla domanda turistica della regione con risvolti anche economici. La sinergia tra i diversi tematismi attiva più filiere e questo fa sì che il valore aggiunto generato da ogni presenza turistica aggiuntiva sul territorio della Campania (167€) sia tra il più alto in Italia. Infatti, dagli studi di SRM si rileva che il turismo culturale attiva più ricchezza rispetto a quello balneare (145€ contro 128,2€) ed ancor più quello enogastronomico (151,7 euro). In Campania è evidente la presenza di un’offerta turistica integrata che associa al balneare, il turismo culturale, l’enogastronomico e il naturalistico.

Le prospettive per l’immediato futuro lasciano buone speranze con un consolidamento delle presenze, soprattutto in riferimento alla componente straniera, mentre quella domestica raggiungerà una stabilità. È molto probabile, quindi, che la città di Napoli possa continuare la sua funzione di traino anche nel 2024, attirando un crescente numero di turisti, in una logica di pianificazione e coordinamento delle politiche strategiche per una migliore valorizzazione del turismo nella città, tenendo in considerazione tutti i temi cari ai turisti quale, per esempio, l’overtourism. Occorre, quindi, guardare non solo alle dinamiche turistiche, ma anche alla capacità di gestione dei flussi sul territorio.

Il turismo campano, e in particolare napoletano, nel contesto europeo è ben posizionato, ma presenta ampi margini di miglioramento. Il nuovo scenario evidenzia un consolidamento della ripresa del turismo, ma con profonde «mutazioni» e forte attenzione ai nuovi driver di sviluppo quali sostenibilità e ambiente, cultura, enogastronomia e nuovi tematismi naturalistici, tecnologia e digitalizzazione. Le imprese turistiche possono rispondere ai cambiamenti grazie a politiche di gestione sia interne che territoriali. In particolare, sarà importante per le imprese investire su obiettivi “ESG e digital”, puntare su formazione, competenze e professionalità, sempre più centrali per gestire le trasformazioni competitive, nonché realizzare un adeguato dimensionamento. Non meno importanti sono le policy a carattere territoriale, che tengano conto della capacità del sistema turistico attrattivo della Campania e di Napoli, così come l’attivazione di politiche di gestione sinergica della governance pubblica per rendere la città sempre più pronta a gestire i flussi, evitando una scarsa sostenibilità della crescita, per favorire il massimo impatto socioeconomico sul territorio.

HospitalitySud si conferma ancora una volta un evento necessario per il mondo dell’ospitalità per mettere in relazione aziende e fornitori, garantendo un appuntamento di qualità sulle nuove proposte dei prodotti e servizi e sulla formazione.

 www.hospitalitysud.it

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