Il 23 marzo, in occasione della mostra ‘Rosantico’, in programma al Museo Archeologico Nazionale di Paestum (Salerno), sarà reimpiantata la 'rosa di Paestum' nella zona dei templi e nel roseto della Certosa di Padula. L'operazione, curata da Adele Campanelli, soprintendente beni archeologici Salerno, Avellino, Caserta e Benevento, rappresenta un evento di rilievo nella paleobotanica. Infatti, dopo secoli di oblio, questo particolare tipo di rosa torna a rivivere.
La mostra, invece, ha a che fare con il mito di Venere, e con la cura del corpo e i rituali della vita quotidiana magnogreca. Filo conduttore, le declinazioni della rosa per cosmesi naturale – ciprie, profumi, con riferimento alle tecniche raffinate di preparazione di epoca romana – in mostra anche suppellettili e complementi di abbigliamento e d'arredo, vasi, specchi, 'cassette' antesignane dei beautycase, gioielli; laboratori di degustazione accompagneranno l'esposizione nel parco di Velia, protagonisti gli ulivi millenari che costituivano la materia prima distillata delle preparazioni cosmetiche e i sapori della tavola: cibi, liquori, conserve, mieli che la rosa ha 'condito' per secoli.