“Un ricordo tenero, commovente, mano nella mano con mia madre che ogni venerdì essendo molto religiosa saliva fin lassù e molto spesso mi costringeva ad accompagnarla. Non c’è un angolo, non c’è una cappella di quei portici che io non abbia in mente”. Sono le parole del regista Pupi Avati che ha raccontato le memorie legate al portico che conduce al Santuario della Madonna San Luca di Bologna. Un tratto più volte percorso iniziando il cammino la mattina molto presto da via Saragozza e che, oggi in Comune insieme al fratello Antonio, ha descritto per spiegare quanto per un bolognese i portici siano un luogo importante e per sostenere la candidatura per farli diventare patrimonio mondiale Unesco. In città per partecipare a 3 serate dedicate alle sue opere – in Piazza Maggiore verranno proiettati suoi film restaurati dalla Fondazione Cineteca di Bologna e verrà presentato un libro a lui dedicato scritto da Andrea Maioli – Pupi Avati, ricevuto dal sindaco Virginio Merola, ha dato il suo contributo nella campagna intrapresa dall’amministrazione che ha già pronta una bozza del dossier, che verrà presentata al ministero dei Beni culturali a metà settembre e poi inviata all’Unesco a Parigi, e che ha organizzato una settimana dedicata a questo percorso dal 23 al 28 settembre.
Per il regista i portici sono un luogo del cuore, ma “in certi casi ultimamente purtroppo li ho visti segnati da graffiti che non so apprezzare. Se si dovesse ottenere questo riconoscimento – ha concluso – un restauro generale sarebbe opportuno. Lo meriterebbero”.