"Mentre Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, insiste sull'imposta di soggiorno, trovando ora un alleato nel collega di Riccione, Massimo Pironi, che ha prospettato l'intenzione di introdurre tale imposta nel bilancio del 2013, cominciano a profilarsi all'orizzonte sconfessioni: e non si tratta soltanto dell'opinione espressa, all'unanimità, da chi rappresenta sindacalmente il mondo delle imprese ,ora in campo c'è qualcosa di diverso. Si tratta di una vera e propria sconfessione politica che giunge al termine della Conferenza nazionale del Turismo, organizzata dal Partito Democratico a Roma, il 31 gennaio", è quanto ha affermato Enrico Letta, vicesegretario nazionale del PD, che aggiunge : “tutta la parte legata alla fiscalità è una cosa che non funziona: la tassa di soggiorno è un casino, è una roba che così com'è non funziona, ogni luogo la fa in modo diverso, ogni struttura la gestisce nella relazione con il cliente, con il consumatore, in modo diverso; tutti noi abbiamo sperimentato in questi mesi, in questi anni, la condizione di andare a pagare l'albergo e trovarci accanto il disorientato turista giapponese o brasiliano che non capiva di che cosa gli veniva richiesto il pagamento cash di 3 euro o 2 euro, con l'impressione che siamo, già da questo primo approccio, un paese strampalato; perché il turista arriva, con tutto 'confezionato' dall'adv e la prima cosa che gli viene chiesta al bancone è 'dammi 3 euro cash' – ha aggiunto – Questo a partire dalla fiscalità, dal costruire in modo ordinato questa materia, farla evolvere, come abbiamo detto, in una tassa di scopo, in un'operazione complessiva che funzioni”.
Al convegno era presente anche il sindaco Gnassi che, oltre alle conclusioni di Letta, ha ascoltato analoghe prese di posizione contrarie a questa tassa, la quale, dove è stata applicata, non ha assolutamente prodotto il gettito sperato, seminando malumore fra gli ospiti e gli operatori. "Chissà – ha sottolineato Giovannino Montanari, presidente Fiavet Provincia di Rimini – che non si arrivi anche da noi, accantonando la sterile prosopopea, ad accogliere la proposta, ormai generalizzata, di introdurre, al suo posto, una tassa di scopo a favore della ripresa turistica".