É stato multato con 800 euro di sanzione per non aver ospitato una turista pugliese cieca accompagnata dal cane guida, sostenendo che nel suo albergo non erano ammessi animali. É quanto è successo ad un abergatore di Rimini che, adesso, ha deciso di andare avanti in quella che definisce una questione di principio. E attraverso il suo difensore, l’avvocato Sergio De Sio, impugnerà la sanzione al giudice di pace di Rimini e, nel caso, davanti alla Corte Costituzionale.
La vicenda risale a due anni fa, l’11 settembre del 2016, quando dopo il rifiuto dell’Hotel St Gregory Park di San Giuliano di ospitare la turista cieca con cane guida, c’era stata una manifestazione di protesta dell’associazione ‘Blindsight Project’. L’episodio era stato anche denunciato dall’Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti (Uic).
“Noi preferiamo garantire un soggiorno pet-free a chi ha paura, oppure ha allergie e non vuole animali in vacanza”, si era difeso l’albergatore che ha sempre esposto il cartello “niente animali”. Ora davanti al giudice di pace di Rimini al suo fianco è scesa in campo anche FederAsma, una onlus con sede a Roma, che raggruppa gli asmatici allergici italiani.
Inoltre, l’avvocato De Sio, ha sollevato un’eccezione di costituzionalità. Secondo la difesa dell’albergatore del St Gregory Park va tutelato prima di tutto il diritto di tutti i cittadini alla salute, compresi coloro che soffrono di allergie dovute al pelo dagli animali, poi c’è la tutela della libertà di impresa per cui non sarebbe stato giusto esporre l’albergatore al rischio di esposti di risarcimento danni da parte di altri clienti, quanti cioè avevano scelto quell’hotel perché sicuri di non trovare animali. Infine, secondo le tesi a difesa dell’albergatore la legge sui cani guida del 1974 è da rivedere perché varata in epoca in cui le allergie erano meno frequenti e diagnosticate.