Rimini, chiusura anticipata per alberghi e ristoranti: colpa del caro energia

 

Il caro energia accorcia la stagione turistica. In riviera romagnola si stima che circa la metà delle strutture ricettive chiuderà i battenti alla fine di questa settimana. “Lo scorso anno – dice Ezio Bianchi del B&b Fiorina di Riccione all’edizione riminese del Resto del Carlino – sono rimasto aperto nei weekend fino a ottobre. Quest’anno chiudo. Con l’autunno si userà il gas e ancora non si capisce a che prezzo per noi albergatori. Non si possono pensare delle tariffe a queste condizioni, troppi rischi”.
La chiusura di molte attività con l’inizio della scuola non è, ovviamente, una cosa inedita per una terra dove il turismo è soprattutto legato alla stagione estiva, tuttavia, ormai da molti anni, con fiere, congressi e iniziative sportive l’autunno offre molte opportunità.
“Ora più che mai – dice Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi di Rimini – è il momento di strutturarsi e fare gli imprenditori mettendo a punto strategie commerciali. Il mondo non si ferma. C’è un autunno con convegni e fiere. Oggi più che mai assisteremo a una selezione delle strutture presenti sul mercato”.
Il problema riguarda anche bar e ristoranti. A Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena) l”Ohssteria Vicolomercato’, un’enoteca con piccola cucina, ha deciso di chiudere.
“Solo di luce – spiega, al Carlino di Cesena, il titolare Roberto Rotundo – di cui normalmente pago 900 euro mensili essendo il locale piccolo, sono passato prima a 1.400 e l’ultima bolletta a 2.756 euro, senza tenere conto di gas e acqua. Anche se il locale avesse lavorato in pieno, ci avrei rimesso 5mila euro al mese”.

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