La Città metropolitana di Bologna ha avviato con l’Unesco il percorso di candidatura della ‘Cultura gastronomica bolognese’ conosciuta in tutto il mondo. Dal 4 aprile 2018, data che segna ufficialmente la decisione del sindaco Virginio Merola di intraprendere il percorso di candidatura, è stato istituito un gruppo di lavoro ad hoc, sotto la direzione scientifica del professor Andrea Segrè e coordinato dal Capo di gabinetto della Città metropolitana, Giuseppe De Biasi. Il gruppo ha effettuato uno studio ad ampio raggio, consultando le realtà del settore presenti sul territorio dal quale è scaturito un documento conclusivo che costituisce il ‘Progetto di attivazione del Tentative List’, premessa indispensabile per avviare la candidatura all’Unesco. Una ricerca, effettuata dal gruppo di studio a supporto delle motivazioni alla candidatura ha rilevato che il termine ‘Bolognese’ rappresenta di fatto un vero e proprio ‘marchio’ che viene sfruttato commercialmente in ogni angolo del mondo, oramai senza nessun limite.
L’attivazione del ‘Tentative List’ prevede un iter lungo e complesso. Entro la fine di marzo 2021 la richiesta di iscrizione nel Tentative List del Mibact, candidatura alla lista ‘Patrimonio Culturale Immateriale’. Sarà poi il ministero dell’Ambiente a valutare i contenuti della domanda e deciderne l’iscrizione al ‘Tentative List’. Ottenuta l’iscrizione, si procederà alla compilazione del formulario ufficiale da inviare alla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Il Consiglio direttivo della Commissione, entro il 20 marzo 2022, selezionerà la candidatura da presentare entro il 31 marzo a Parigi, al segretariato del Intergovernmental Committee for the safeguarding of the intangible cultural heritage. Dopodiché si attenderà il parere ‘referral’ da parte della Assemblea Unesco che potrà assumere la decisione definitiva oppure richiedere integrazioni o modifiche. “Lo shock Coronavirus ha colpito duramente l’economia mondiale e locale – ha detto Segrè – la candidatura può essere un motore per far ripartire i settori legati al turismo e alla ristorazione drammaticamente colpiti dalla pandemia”.