Provincia Parma, nel 2012 turismo tra luci e ombre

In crescita gli stranieri ma calano italiani con -3,9% in arrivi e -3,6% in presenze

Il 2012 nella Provincia di Parma ha visto un calo delle presenze del 2,8% e del 1,2% per gli arrivi. A diminuire sono soprattutto i turisti italiani: -3,9% gli arrivi e -3,6% le presenze rispetto al 2011; gli stranieri, invece, fanno registrare un buon incremento di arrivi (+5,7%) e stabilità per le presenze (-0,1%).  Anche per il 2012 il settore extra-alberghiero risente meno della diminuzione: +6,7% negli arrivi e -0,1% nelle presenze. 
“Il turismo a Parma nel 2012 conferma che la crisi economica colpisce anche questo settore; soprattutto ne risente il mercato interno, a causa della contrazione del potere di acquisto degli italiani – commenta Agostino Maggiali, assessore al Turismo della Provincia di Parma – In un quadro nazionale che è negativo, emerge che Parma mantiene una certa attrattività. Si fa invece fatica a far rimanere i turisti per più giorni. Una nota positiva viene dai turisti stranieri, i cui arrivi sono in aumento. Un altro elemento positivo è la crescita dell’ area Alta Val Taro, che dimostra come con investimenti mirati e supportati da dati affidabili i risultati arrivano, e in questo contesto sono ancora più rilevanti”. 
Fra i turisti stranieri, ai primi posti si collocano francesi, tedeschi, statunitensi e inglesi.  Nell’ultimo anno hanno avuto un aumento consistente gli olandesi, con oltre 3.000 presenze in più (+17%), i cinesi, con un aumento di oltre 2.500 presenze (+28%), e i cittadini della Corea del Sud  con 2.300 presenze in più (+81%). Complessivamente l’ offerta ricettiva in provincia di Parma alla fine del 2012 conta 738 strutture attive e 18.638 posti letto, con una diminuzione di 22 strutture (-2,9%) e 850 posti letto (-4,4%) rispetto al 2011. L’ attività alberghiera rappresenta il 29% degli esercizi e ben il 61,3% dei letti. Per quanto riguarda il comparto extralberghiero, dal 2006 a oggi B&B e agriturismi sono aumentati del 68,5% e del 35,7%, ma rappresentano una parte minoritaria del totale dei posti letto provinciali: a fine 2011 rispettivamente il 4,2% e il 4,6%. 

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