Intesa Fvg-Mibact, critiche da associazione Bianchi Bandinelli

“Con il patto Mibact-Serracchiani comincia a chiarirsi quel concetto di ‘burocrazia zero’ che pare essere uno dei criteri guida dell'attuale Governo, creando deroghe pericolosissime alle leggi di tutela''. È quanto afferma l'associazione Bianchi Bandinelli sul protocollo d'intesa annunciato nei giorni scorsi tra il Mibact e la Regione, contestando in primo luogo il ministro Dario Franceschini.
“Gravissimo che questo corto circuito costituzionale sia stato avallato dal responsabile del ministero dei Beni Culturali che, in questo modo, riesce ad ottenere il risultato di autolimitare la sfera d'azione del proprio dicastero e di smentire nel merito i propri funzionari sul territorio, già da mesi oggetto di attacchi: sembra una prima mossa istituzionale della guerra contro il sistema di tutela partito dalle pagine di grandi quotidiani”, spiega l'associazione secondo la quale “l'intesa prevede, da subito e nelle more di un futuribile regolamento emanato dal ministero, la 'non assoggettabilità' ai pareri vincolanti della Soprintendenza competente in materia su attività e strutture temporanee allestite in luoghi monumentali: si tratta di un decisivo arretramento rispetto alla direttiva sul decoro dei luoghi pubblici monumentali emanata da Ornaghi. L'accordo rivendicato come vittoria personale dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia – prosegue l'associazione – smentisce clamorosamente, oltre tutto, l'art. 4 (Disposizioni urgenti per la tutela del decoro dei siti culturali) del decreto sulla cultura e il turismo trasmesso la scorsa settimana alla Commissione Cultura della Camera dallo stesso ministero. E riporta in luce il pericoloso principio silenzio assenso. Infine – concludono – si prosegue con la monetizzazione di tutto, con le attività commerciali e i cosiddetti investimenti turistici che assumono maggiore importanza dell'oggetto grazie al quale esistono attività commerciali e investimenti turistici, ovvero il patrimonio culturale''.  

editore:

This website uses cookies.