Tassa soggiorno, Regione: chi vorrà applicarla non riceverà contributi pubblici

Chi introdurrà la tassa di soggiorno non beneficerà dei contributi regionali per il turismo. Ad affermarlo vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello.

A puntare sull’introduzione del balzello è Trieste, appoggiata in una sorta di alleanza Adriatica da Lignano e Grado, mentre il resto della regione risulta quantomeno indifferente – Udine, Gorizia e Pordenone – se non apertamente contrario.

“Non c’è ancora nulla di deciso, ma siccome c’è stata una richiesta netta e ufficiale da parte del sistema triestino appoggiato da Lignano, Grado e da qualche altro singolo Comune – spiega Bolzonello – di portare all’attenzione dell’esecutivo la tematica, questa verrà affrontata tra due settimane. Con dei paletti, però, ben precisi. Qualora dovessimo deliberare favorevolmente – spiega– non imporremo nulla, ma lasceremo alle singole amministrazioni la facoltà di decidere se introdurre o meno la tassa, anche se, personalmente, sono storicamente contrario”.

Per Bolzonello questo non vuol dire che non ci possano essere delle ricadute positive. «In un periodo in cui i soldi della Regione per finanziare le grandi opere turistiche – sostiene – sono sempre di meno, l’introito garantito dalla tassa di soggiorno potrebbe rappresentare una buona soluzione. A patto che tutti si rendano conto che chi incasserà il denaro da questa imposta poi non accederà ai contributi regionali per il turismo”.

“Non credo proprio che la inserirei a bilancio –  commenta Furio Honsell, sindaco di Udine – anzi ci sarebbero ben altri settori che mi piacerebbe tassare, certamente non il turismo che per una città come la nostra, nonostante i passi avanti notevoli compiuti negli anni, non rappresenta un giro d’affari così elevato”.

“Sono contrario da sempre – dice Ettore Romoli, primo cittadino di Gorizia – a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, tanto è vero che da noi non si paga nemmeno l’addizionale Irpef comunale. Certamente se i tagli ai trasferimenti continueranno nel 2016 sugli stessi livelli di questi anni qualcosa dovremo inventarci per far quadrare i conti, ma per noi l’imposta di soggiorno non rappresenta certamente una valida soluzione”.
Per Claudio Pedrotti, sindaco di Pordenone, “non c’è alcuna motivazione logica per introdurla in un momento in cui la città sta invece cercando di investire sul territorio per renderlo più attraente”.

Il no arriva anche dalle categorie economiche della provincia di Udine.
“Non ne possiamo più di imposte, tasse e gabelle – tuona Giovanni Da Pozzo, presidente Cciaa Udine – soprattutto, come in questo caso, quando si attivano per sostituire impegni che dovrebbero essere sostenuti, con fondi propri, dalle amministrazioni pubbliche”.

“È un balzello inaccettabile – attacca Alberto Marchiori, presidente Confcommercio Fvg – tanto più alla luce dei dati resi noti da Turismo Fvg che testimoniano il calo delle presenze nel 2014 e l’autentico crollo in montagna con un meno 30% di pernottamenti registrato dal 2008 a oggi. Da qui, quindi, la secca contrarietà a un’ulteriore aggravio che non avrebbe alcun senso in assenza di programmi di rilancio del settore”.

Federalberghi, per bocca del suo presidente Paola Schneider, ribadisce quel ‘no’ espresso in più occasioni a “un ulteriore aggravio per un settore, quello degli albergatori, tra i più tartassati dalla pressione fiscale ricordando anche come i sindaci non mantengono mai le promesse di reinvestire le entrate comunali a vantaggio della comunità”.

Il Comune di Lignano, guidato dal sindaco Luca Fanotto, guarda con favore alla proposta. “I pesanti tagli ai trasferimenti –  spiega– e i limiti alla spesa ci impongono una riflessione sulla tassa di soggiorno e l’entrata di nuovi fondi potrebbe essere linfa vitale per il territorio da utilizzarsi per mantenere alta la competitività della località. I soldi? Li investirei per la promozione del territorio, ma prima di qualsiasi ragionamento dovremo, nel caso, attendere la delibera della Regione”.

 

editore:

This website uses cookies.