Calo tra l’1 e il 2% per il turismo in Friuli Venezia Giulia a fine anno. È quanto prevede Edi Sommariva, direttore Turismo Fvg, che ha fatto il punto sulla situazione e sulle nuove strategie.
“Ci serve un turismo che intercetti le passioni, ma dobbiamo anche cominciare a pensare in grande, guardando ai mercati dell’Est fino alla Russia, stringere alleanze con Slovenia e Carinzia, avere il coraggio di tagliare investimenti senza ritorno: quello stand che ogni anno allestiamo alla Bit di Milano non ha più senso e dal prossimo anno spenderemo molto meno e rispondere in 3 modi: comunicando, proseguendo sulla strada degli educational a giornalisti e TO e riproponendo il Buy Fvg di settembre a Trieste. Inoltre, dobbiamo insegnare a nostri operatori a vendere i propri prodotti. I TO ci dicono che non sono ancora maturi. Il Friuli Venezia Giulia – spiega Sommariva – è una terra di grandi potenzialità turistiche, ma ho trovato un ambiente molto disgregato tra imprese, associazioni, enti camerali. Allora ho cercato di avvicinarmi alle imprese, soprattutto a quelle più in difficoltà. E ho avuto la conferma che chi fa il mestiere dell’operatore turistico ha davvero coraggio. Si pensi che nel cataclisma mondiale, con una Sardegna che fa come un tempo in discoteca, la nostra regione di frontiera tiene bene, con perdite medie nelle presenze che non arrivano al 2%: nel resto d’Italia si perde almeno il doppio. Secondo le nostre proiezioni al 31 dicembre le presenze si dovrebbero attestare tra il -1 e il -2%. A tenere a galla il turismo nostrano – continua – sono austriaci e tedeschi, ma non basta più. Se pensiamo al piccolo cabotaggio, affondiamo. Continuare a guardare soltanto al turismo di prossimità sarebbe ottuso. Serve una strategia di più ampio raggio. Si deve parlare di turismi, non di turismo – conclude – Accanto agli asset forti della cultura, degli eventi, delle attività, dell’enogastronomia, cercheremo di far decollare offerte per altri tipi di passioni”.