Il piccolo aeroporto di Roma Urbe potrebbe diventare il city airport di Roma. Una proposta avanzata dal sindaco capitolino Gianni Alemanno durante l'inaugurazione del nuovo terminal per l'aviazione generale (piccoli aerei ed elicotteri) del piccolo scalo che ha trovato d'accordo anche il ministro dei trasporti, Altero Matteoli. Di fronte a una "crescita esponenziale" del traffico di passeggeri atteso verso l'Italia nei prossimi anni, dice il ministro, bisogna sviluppare le infrastrutture aeroportuali perché Fiumicino "è oggi assolutamente inadeguato ad un traffico di 35/36 milioni di passeggeri, che negli anni salirà a 60 milioni di passeggeri l'anno". Dunque Alemanno ha garantito progetti e risorse per rafforzare la rete di collegamenti (a partire da 60 milioni di euro per "una corsia in più" della Salaria e nuovi svincoli dallo scalo verso il centro di Roma), e l'impegno a far crescere il piccolo aeroporto "coinvolgendo tutte le forze pubbliche e private, e le fondazioni, che vorranno partecipare" alla realizzazione delle infrastrutture necessarie. E il progetto potrebbe avere uno spazio di primo piano nell'ambito della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Secondo il presidente dell'Enac, Vito Riggio, "la nuova aerostazione e, più in generale, il potenziamento dello scalo dell'Urbe, rappresentano un ulteriore tassello, moderno e efficiente, che contribuirà allo sviluppo del sistema aeroportuale del Lazio". La nuova aerostazione è stata interamente realizzata con fondi Enac, per 800 milioni, nell'ambito di un piano di sviluppo del piccolo scalo romano che come successivo passo prevede "la rotazione della pista di volo" per aumentarne le dimensioni a 1.400 metri per 23. Ma l'Enav avverte: i futuri sviluppi "non possono prescindere dalla complessità dello spazio aereo romano, dove ogni ipotesi di ampliamento dovrà necessariamente mantenere inalterati i livelli di sicurezza e di capacità dell'intero sistema".