In visita a Viterbo, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi spiega perché lo scalo della Tuscia è stato indicato come sede del terzo scalo del Lazio. “E’ stato scelto perché le analisi tecniche e soprattutto le valutazioni di Enac ed Enav lo indicano in modo inequivocabile come il più idoneo. In questi mesi – ha aggiunto il ministro – ci siamo costruiti una corazza impenetrabile per respingere le pressioni e i tentativi di condizionamento giunti da tutte le parti. Posso dire che abbiamo agito con grande rigore per tutelare l’interesse collettivo. Ci siamo fatti guidare solo dai dati tecnici e dalla considerazione che il terzo scalo del Lazio dovrà integrarsi con il sistema aeroportuale nazionale. E Viterbo ha le potenzialità per farlo". Un progetto, quello di uno scalo a vocazione low cost che dovrebbe essere operativo entro 3-5 anni, ed entro il 2020 far transitare circa 10 milioni di passeggeri l’anno, che “sarà finanziato in prevalenza da capitali privati”. E alla domanda su chi potrebbe essere il gestore dell’aeroporto, Bianchi ha risposto: "Ora il pallino è in mano alla Regione Lazio". In merito ai collegamenti tra Viterbo e Roma, invece, il ministro ha auspicato che si creino, "in tempi non biblici" i presupposti per far giungere i passeggeri a Roma e a Civitavecchia “su rotaia”.