Papa Francesco, confermando il suo stile anticonformista, dopo aver rinunciato a vivere negli appartamenti vaticani, preferendo la modesta residenza di Casa Santa Marta, ha deciso di non trascorrere i periodi estivi a Castelgandolfo. Così, per volere dello stesso Bergoglio, l’appartamento papale della villa sul lago di Albano, sarà aperto ai visitatori, diventando a tutti gli effetti un museo, come il resto del Palazzo Apostolico, già fruibile da circa un anno.
Nella residenza di villeggiatura dei pontefici, già il 21 ottobre, con un evento inaugurale, sarà consentito l’accesso del pubblico. Interverranno il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, quello delle Ville Pontificie Osvaldo Gianoli, e il curatore del sito, Sandro Barbagallo. A seguire, dopo la presentazione alla stampa, nel cortile del Palazzo, si terrà un concerto di musica popolare cinese, diretto dal maestro Cui Zimo. La nuova situazione non implica mutamenti nell’allestimento dell’abitazione, rimasta a disposizione dei Papi fin dal Seicento, salvo essere disertata negli anni post-unitari e fino al Trattato Lateranense, quindi dal 1870 a fine anni Venti. Dopo essere stata utilizzata assiduamente, d’estate e non solo, dai Papi Montini (che vi morì, come anche Pio XII), Wojtyla e Ratzinger, Bergoglio non ha mai trascorso i giorni di riposo nella villa di Castel Gandolfo, dove l’anno scorso ha invece nuovamente trascorso un paio di settimane il Papa emerito Benedetto XVI.
Ora arriva la trasformazione in museo, che segue quella, sempre decisa da Francesco nel 2014, dei Giardini e di parte del Palazzo. Ai visitatori, a partire da venerdì, sarà quindi consentito entrare nella camera da letto del Papa, nella biblioteca, nello studio, nel Salone degli Svizzeri (ambiente un tempo riservato alla guardia pontificia), nella Sala del Concistoro (destinata alle riunioni del Papa con i cardinali). L’area circostante ospita alcune aziende agricole che riforniscono quotidianamente il vaticano con i loro prodotti.