Sulle pendici del monte Cimino, nel cuore dell'Etruria, è stato scoperto un monte sacro dove tremila anni fa si offrivano voti agli dei e si bruciavano oggetti sacri in loro onore. La scoperta è stata portata alla luce da un'equipe di archeologi dell'Università La Sapienza di Roma e della soprintendenza ai Beni archeologici dell'Etruria meridionale. Negli ultimi 3 anni gli scavi portati avanti dall'equipe degli archeologi, coordinati dal professor Andrea Cardarelli, ha portato alla luce "una serie di stratificazioni di materiali derivanti da roghi e una serie reperti di culto risalenti alla stessa epoca". "Non sappiamo molto di queste popolazioni – spiega Cardarelli – ma sappiamo che le attività religiose di allora passavano proprio attraverso il fuoco. In onore degli dei venivano bruciati oggetti sacri, cibi o animali".
Tra i reperti portati alla luce: il manico di una tazza decorata e la rotellina di un carro votivo, ma anche oggetti di uso quotidiano come fornelli domestici, vasi da cucina, fusaiole per filare la lana. "Era un villaggio abitato da comunità protoetrusche – spiega Andrea Schiappelli, archeologo – Non sappiamo se fosse abitato tutto l'anno o solo d'estate".
Entusiasta il neo sindaco di Soriano nel Cimino, Fabio Menicacci, che commenta: "Abbiamo un territorio ricco di reperti archeologici, dalla preistoria all'archeologia industriale. Ci stiamo attivando affinché i reperti restino a Soriano. Il mio sogno è realizzare su questa montagna un sito archeologico aperto, che diventi un volano per il turismo della zona".