Polemica tra sindaco Roma e Mibact per decreto su Parco Archeologico Colosseo

È scontro tra il Campidoglio e il Mibact dopo che il Comune di Roma ha fatto ricorso al Tar contro il decreto che istituisce il parco archeologico del Colosseo. Secondo Virginia Raggi, sindaco della Capitale, il decreto “è lesivo degli interessi della città”.

Immediata la replica del ministro Dario Franceschini che accusa il Movimento 5 Stelle di “bloccare una riforma che sta dando frutti in tutta Italia”.
“È inaccettabile che a Roma ci siano aree di serie A e aree di serie B – protesta Raggi – Come sindaco di Roma non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città che, invece, è patrimonio dei suoi cittadini”.
“Vengono usati argomenti falsi – replica Franceschini – non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l’area archeologica e resterà identico l’utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma”.
Secondo il sindaco di Roma con la nascita del nuovo ente i ricavi della bigliettazione del Colosseo e dei Fori Romani finirebbero solo per il 30% alla città di Roma, il 50% in meno di quanto quanto avviene oggi. “Noi siamo dell’idea che le istituzioni debbano collaborare – spiega Raggi – Tuttavia quando le scelte vengono calate dall’alto è difficile trovare un dialogo se si trova dall’altro lato una porta chiusa”.
Inoltre, il Comune chiede anche di “avviare la revisione dell’Accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile del 2015 per estendere a tutta la città il principio di integrazione e coordinamento delle funzioni di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale esercitate dal Mibact e Roma Capitale”.
“Con una scelta che lascia allibiti e che denota peraltro totale analfabetismo istituzionale nei modi in cui viene annunciata e motivata, nel giorno del Natale di Roma – spiega Lorenza Bonaccorsi, deputato Pd – la sindaca Raggi dimostra di essere contro la trasparenza, contro una vera autonomia, contro una maggiore efficienza. Alla competenza di un direttore scelto con una selezione internazionale, evidentemente preferisce le nomine che calano dallo studio Casaleggio”.
D’accordo con le scelte del Campidoglio Stefano Fassina, consigliere di Sinistra Italiana, “sosteniamo l’iniziativa – spiega -,giusta e necessario di fronte all’arroganza del Governo”.

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