La Nuvola di Fuksas è salva. L’assemblea dei soci di Eur Spa ha deciso di alienare i suoi beni per salvare il nuovo centro congressi incompiuto: all’appello mancavano infatti 133 milioni di euro per completare l’opera in cantiere da anni. Grazie alla modifica dell’articolo 4 dello statuto, Eur Spa potrà vendere il suo patrimonio storico e di pregio. Si comincia con tre musei, il Museo delle Tradizioni popolari, il Pigorini e il Museo dell’Alto Medioevo, e l’Archivio di Stato. Per ora il Colosseo Quadrato, simbolo dell’architettura razionalista che caratterizza il quartiere dell’Eur edificato negli anni ’30, non si tocca.
“Il cantiere – ha annunciato il presidente di Eur Spa Pierluigi Borghini – potrà terminare entro un anno, entro metà del 2016”. Non solo: il ripianamento completo dei debiti comporterà anche il completamento di altre opere in corso, oltre alla Nuvola, come la Lama, l’hotel adiacente al Nuovo centro congressi, e l’ex ristorante Picar, destinato a uso commerciale .
“Dalle alienazioni – stima il presidente – prevediamo di incassare circa 300 milioni di euro o più”. Ma la linea di Eur Spa non convince il minisindaco dell’Eur, Andrea Santoro, secondo il quale “il rischio è che il rimedio sia peggiore del male. E anche il Campidoglio era orientato a preferire una ricapitalizzazione della società da parte del governo, che però non c’é stata.
Di sicuro, la vendita di immobili di pregio “dovrà essere oggetto di una verifica con il ministero dei beni culturali – fa sapere Borghini – con la Soprintendenza che dovrà eventualmente darci la possibilità di fare l’alienazione”.