Il nonno di Papa Francesco in versione 3D fa da guida al MEI di Genova

Sarà un’ologramma del nonno di Papa Francesco ad accogliere i visitatori del Museo dell’Emigrazione di Genova. È una delle curiosità della struttura realizzata in meno di 18 mesi di lavori grazie al contributo del ministero della Cultura e della Compagnia di San Paolo. La struttura si sviluppa su 2.800 mq su tre piani ed è suddivisa in 16 aree tematiche. Sono oltre 200 le storie di emigrazione raccolte all’interno del Mei, 1.300 le immagini d’archivio accessibili grazie a 70 postazioni multimediali e 25 proiettori laser. I visitatori possono interagire con spazi e oggetti vivendo esperienze virtuali a 360 gradi e consultare l’archivio del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, che ha già raccolto online i documenti di viaggio di oltre 5 milioni di emigrati italiani.
Francesco Sivori, marito di Maria Gogna, era il nonno materno del Papa. “Lo rappresentiamo in procinto di partire per l’Argentina e ci introduce al viaggio verso Buenos Aires – spiega Pierangelo Campodonico, direttore del Museo del Mare di Genova – che ripercorriamo tappa per tappa come la storia di ogni migrante, dal momento in cui la famiglia decide che si deve partire o prende atto che qualcuno vuole partire, al momento in cui è fortissimo il desiderio di avere un riscatto altrove, poi la destinazione. Gli italiani sono migrati in tutto il mondo e lo vedrete, una sala del Mei sarà dedicata alle destinazioni degli italiani”.
“Giudico il Mei la più grande operazione di memoria popolare collettiva del Paese, un’opportunità di turismo delle radici dei discendenti degli italiani emigrati nel mondo – ha detto Paolo Masini, presidente del comitato di indirizzo del Mei.
“La scelta su dove collocare il Museo nazionale dell’emigrazione Italiana (Mei) non poteva che ricadere su Genova per quello che ha rappresentato nella storia dell’emigrazione italiana”, rimarca il ministro della Cultura Dario Franceschini.
“Questo museo, Genova e i genovesi, lo dedicano a tutti quelli che sono qui a Genova ma provengono da altrove e poi anche a chi se n’è andato, anche io sono stato migrante, e non dimentico quella sensazione che si prova a partire e non sapere se si tornerà”, interviene il sindaco Marco Bucci.
“Se il museo nazionale dell’emigrazione italiana doveva avere una sede non poteva che essere a Genova. L’anima di Genova è fatta dalle tante persone che dalle banchine del porto sono partite per andare nel mondo a commerciare o a costruirsi una vita”, ricorda il presidente della Regione Giovanni Toti.

 

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