Nel 2015 riaprirà un primo tratto della Via dell’Amore, sentiero panoramico che collega Riomaggiore a Manarola, nelle Cinque Terre, chiuso dal settembre del 2012 a seguito di una frana che travolse 4 turiste australiane. Ad annunciarlo Raffaella Paita, assessore regionale alle Infrastrutture.
“Stiamo lavorando in collaborazione con il Comune di Riomaggiore, per riaprire la Via dell’Amore – ha spiegato Paita – procedendo con i singoli progetti relativi alle opere necessarie per riaprire le diverse tratte, a cominciare da quella lato Manarola, per proseguire poi con quella lato Riomaggiore e poi ancora quella centrale, compatibilmente con le risorse via via disponibili. Si è lavorato molto – ha aggiunto – grazie alle erogazioni liberali di importanti studi geologici e geotecnici per approfondire le conoscenze delle pendici che si trovano sopra questa bellissima passeggiata. Ci siamo concentrati sul tratto di Manarola, che, lungo 300 metri, era quello meno problematico per la riapertura. Stiamo poi sottoscrivendo una convenzione con Rfi, concordata con il nuovo amministratore delegato Michele Elia e seguita dalla Direzione Compartimentale Rfi di Genova, in virtù della quale sarà la stessa Rfi ad intervenire per proteggere questa prima tratta che corre parallela alla linea ferroviaria, stanziando 2,3 milioni di euro”.
Per la Paita si tratta di “un importante passo avanti perché Rfi interverrà con ditte già individuate per realizzare interventi analoghi, secondo lo schema seguito ad Andora per la rimozione del treno deragliato. In questo modo i lavori potranno essere realizzati rapidamente consentendo, salvo imprevisti, la riapertura di questa tratta la prossima primavera”.
L’intervento prevede l’irrobustimento della parte in galleria, nella zona centrale, dove saranno sempre previste finestre per apprezzare il patrimonio naturalistico di un simbolo internazionale. Considerata l’importanza del sentiero dal punto di vista turistico, la Regione definirà gli ulteriori tratti del percorso che potranno essere aperti sulla base dei singoli progetti e compatibilmente con le risorse disponibili. “Vista la fragilità della zona – ha concluso Paita – saranno previsti sistemi di monitoraggio e di verifica per garantire la massima sicurezza ed evitare così che si ripeta quanto accaduto in passato”.