“In un momento in cui c’è grande preoccupazione per l’economia e la tenuta del tessuto sociale soffocato dalla crisi – ha detto Marino Fiasella, presidente Unione Province Liguri – si prova a dire che il turismo rappresenta una speranza di rilancio. Il problema è capire come si può fare turismo senza risorse. Questo è un tema centrale visti i continui tagli operati sulle Regioni, sulle Province e sui Comuni. Credo che la risposta più efficace risieda nel concetto di sussidiarietà, nella capacità di costruire reti con l’associazionismo locale che ben conosce il territorio ed è in grado di mettere a sistema le bellezze identitarie che lo caratterizzano. Questo tipo di turismo – ha aggiunto – necessita di un presupposto essenziale: la difesa del suolo. Si deve andare oltre lo stop al consumo del territorio, attivando politiche di tutela legate all’attività agricola. Il turismo è anche e, in un territorio come il nostro, soprattutto agricoltura. Esempio lampante sono le 5 Terre. Non solo dobbiamo cessare il consumo del suolo ma dobbiamo altresì evitare di subirne l’abbandono. Ogni ettaro del nostro verde deve diventare paesaggio ed economia. Perché non farne una caso scuola, perché non partire da quelle esperienze per investire sui territori? – ha sottolineato – Non si tratta solo di creare un modello turistico che regga ma ripristinare il valore civico dell’agricoltura, scrigno prezioso di usi e costumi della nostra terra. Credo non sia fruttuoso evocare il concetto di turismo identitario senza creare i presupposti, le fondamenta su cui basare quella fetta di economia che abbiamo l’ambizione di consolidare e potenziare. Credo che senza l’agricoltura sarà difficile che questi fattori rimangano in equilibrio tra loro, credo sarà difficile fare turismo di qualità”.