La vendita del 20% della Sea, la società che gestisce gli scali milanesi, al fondo F2i di Vito Gamberale e il successivo sbarco sul segmento Star di Piazza Affari porterebbero la quota di partecipazione del Comune di Milano sotto il 50%. A prospettare questo quadro è stato il numero uno di Sea, Giuseppe Bonomi, durante la sua audizione in commissione a Palazzo Marino.
Il manager ha sostenuto davanti ai consiglieri comunali di non aver ancora ricevuto l'offerta che il fondo guidato da Vito Gamberale ha fatto pervenire al Comune lo scorso venerdì. "Se il Comune (azionista con l'80% circa della Sea, ndr) intende mantenere il controllo attraverso il 50% più uno delle azioni – ha argomentato Bonomi – con la cessione del 20% del capitale la sua partecipazione scenderebbe al 64,6%. Ma con la procedura di Ops e un flottante del 25%, se il Comune rinuncerà al diritto di opzione la sua quota si diluirebbe al 48,4%".
Bonomi ha precisato che Borsa Italiana potrebbe sì concedere una deroga per ridurre la quota di flottante al 25%, ma ha anche ammesso che "una simile deroga non è affatto scontata da parte di Borsa Italiana".