A Milano “è stata una Pasqua che ha girato attorno a un’occupazione del 50%, siamo in linea con il 2019”. Luca Finardi, general manager del Mandarin Oriental di Milano, hotel di lusso a cinque stelle in zona Montenapoleone, fa il punto sugli afflussi turistici del week-end appena passato e sulle prospettive di ripresa per la città. Una Pasqua “positiva, non straordinaria”, visto che “storicamente non è un momento particolarmente di successo per la città”, essendo il mercato milanese “composto al 50% da una fetta leasure e al 50% da un mercato business corporate: è mancato solo quello corporate. Paradossalmente già al martedì dopo Pasqua eravamo quasi al completo perché è arrivato il segmento business”.
Ad ogni modo, con il Covid e le tensioni internazionali “il mercato è cambiato tanto – spiega Finardi – abbiamo molti clienti europei e italiani, che apprezzano la città di Milano. E stanno tornando gli americani. Adesso attendiamo i clienti mediorientali”. I quali, dopo “un’ottima presenza registrata già a marzo”, probabilmente “ritorneranno i primi giorni di maggio, dopo il Ramadan”.
Al momento, chiaramente “non arrivano clienti i russi – aggiunge – ma è anche vero che non rappresentavano un mercato così forte per Milano e per la Lombardia. Un altro piccolo settore che manca, ma lo stiamo compensando bene con altre nazionalità”.
Secondo Finardi si potrà tornare ai livelli pre-Covid “non prima di un altro anno, considerate le limitazioni di viaggio che ancora ci sono. Manca molto il turismo orientale, tutta la parte relativa alla Cina, al Giappone o a Hong Kong”. Ma comunque “siamo contenti e cautamente positivi – prosegue – e confidiamo in una stagione estiva piuttosto positiva”.
Sul lago di Como, dove il Mandarin Oriental ha un altra sede, “è stata una Pasqua migliore rispetto a Milano, proprio perché è una destinazione diversa, puramente leasure. Abbiamo registrato un’occupazione oltre il 75% con dei picchi anche più alti il venerdì e il sabato sera – conclude – sulle destinazioni leasure siamo in linea con il pre-Covid, sul resto ancora no”.